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    • Un’ora con…Nellie Airoldi di Just Another Point

      Posted at 11:50 am09 by ophelinhap, on September 20, 2016

      Nellie è un’altra voce che mi sento di raccomandare senza alcuna esitazione: fresca, spontanea, brillante, innamorata delle verdi colline d’Irlanda, lettrice onnivora con il dono dell’ubiquità (la trovate sul blog, su Finzioni Magazine, su Salt Editions e mille altri posti ancora). Se a tutto ciò aggiungete i suoi ottimi gusti in fatto di musica e serie TV, avrete tredici buone ragioni (per parafrasare il tormentone di Zucchero) per correre a scoprirla.

      Nellie.jpg

       

      1) Just another point: come e perché?

      Just Another Point è stata una di quelle che si chiamano scelte di vita sotto la doccia. Era il 25 marzo 2013 ed ero dottoressa in Beni Culturali da meno di una settimana quando avevo cominciato a capire che tutto quello che mi passava per la testa non lo volevo più condividere solo con i miei taccuini, e quindi un po’ per noia (la disoccupazione già mi stava stretta) e un po’ per divertimento (scrivere è un immenso piacere) ho deciso di aprire uno spazio tutto mio dove poter raccontare ciò che mi stava accadendo, ovvero il fortissimo bisogno di mettermi in gioco e pubblicare online ciò che fino a quel momento avevo fatto solo fra me e me. Il nome del blog, poi, è stata una scelta naturale in quanto il mio è semplicemente un altro dei tanti punti di vista che si trovano sul web e che negli ultimi anni sono nati e cresciuti sempre più. Anche io, però, volevo dire la mia.

       

      2) Chi c’è dietro Just another point?

      Nellie, tanta confusione ma soprattutto tanta curiosità in tutto ciò che sta nero su bianco,  soprattutto perché spero sempre di trovare fra le righe la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto, che sostanzialmente è 42 ma a me i numeri non sono mai piaciuti.

       

      3) Il tuo scaffale d’oro

      Nel mio scaffale d’oro ci sono 3 fumetti ogni 8 libri. Le storie disegnate, come quelle scritte, sono una fonte inestimabile di stimoli e proprio non riesco a rinunciarvi. Nel mio scaffale d’oro, quindi, c’è Asterios Polyp che amo infinitamente ed è il primo graphic novel che mi ha fatto innamorare. A fianco c’è Joan Didion che se la racconta con Calvino e di quella meraviglia che è Se una notte d’inverno un viaggiatore. C’è poi Mario Soldati, America Primo Amore è forse diventato uno dei miei libri preferiti, ma una vera lettrice sa di doversi tener pronta ad accettare l’arrivo di un altro capolavoro che si metterà fra i piedi come ha fatto Elizabeth Strout con Olive Kitteridge, Elena Ferrante con la sua quadrilogia, Paco Roca con la dolcezza di Rughe, Ágota Kristóf con La Trilogia di K. Insomma, lo scaffale d’oro è una vera e propria dimensione a sé stante sempre pronta a ingigantirsi e inglobare libri belli.

       

      4) Un personaggio in cui ti immedesimi particolarmente

      Questa è veramente difficile. Quando lessi Nessuno Scompare Davvero mi ritrovai molto nelle parole di Elyria (“..e anzi alcune mattine, pur essendo me stessa, vorrei comunque essere una cosa che fugge lontano da me piuttosto che quella cosa cucita dentro di me per sempre”) eppure il bello di leggere è trovare la frase giusta al momento giusto quindi capita spesso di ritrovarmi nella parole di quella che magari è l’unica battuta triste di un personaggio protagonista di un libro comico. Vorrei però raccontarti un passaggio de L’anno del pensiero magico di Joan Didion e svelarti qual è la mia idea di felicità e quella che un giorno vorrei tanto provare.

       

      Il libro che aveva in mano era uno dei miei romanzi (..).

      La sequenza che lesse ad alta voce era (..) complicata (..). “Accidenti” mi disse John quando chiuse il libro. “Non venirmi mai più a raccontare che non sai scrivere. Ecco il mio dono per il tuo compleanno.”

      Ricordo che mi vennero le lacrime agli occhi.

      Le sento ancor oggi.

      Retrospettivamente, questo era stato il mio presagio, il mio messaggio, la prima nevicata, il regalo per il mio compleanno che nessun altro avrebbe potuto farmi.

       

      5) Se il tuo blog fosse una canzone..

      Una canzone di quelle che si ascoltano in treno a volume basso mentre ci si perde nel paesaggio guardando dal finestrino del treno. Potrebbe essere Holland Road dei Mumford & Sons anche se in realtà in queste settimane sto ascoltando tantissimo Free Stuff di Edward Sharpe & the Magnetic Zeros e forse sì, potrebbe essere il mio blog trasformato in canzone.

       

      6) Il tuo rapporto con la scrittura/con la lettura

      Leggere è da anni una necessità. Ci sono mattine che il treno è talmente pieno che non riesco nemmeno a togliere il libro dallo zainetto: passare un’ora della giornata in piedi fra gente che parla dei fatti propri senza poter nuotare tra le parole mi uccide realmente. Con il tempo anche scrivere è diventato essenziale quanto la lettura, una logica conseguenza di un processo che è cominciato con il giornalino di famiglia quando ero bambina e che è cresciuto con i numerosi taccuini che si sono alternati durante gli anni delle superiori ma soprattutto dell’università. Ancora oggi non esco di casa senza un quadernetto nello zaino e una penna blu.

       

      7) Progetti in cantiere

      Scrivere scrivere scrivere! Da diversi anni collaboro con diversi magazine online, sono tutte collaborazioni che prendono il mio tempo libero ma lo faccio con molto piacere. È ciò che amo fare e non smetterò mai di crederci.

      Posted in Guestpost e interviste | 8 Comments | Tagged America Primo Amore, Ágota Kristóf, bookblogger, Catherine Lacey, Elena Ferrante, Elizabeth Strout, Finzioni Magazine, Italo Calvino, Joan Didion, Just Another Point, L'anno del pensiero magico, Mario Soldati, Nellie Airoldi, Nessuno Scompare Davvero, Olive Kitteridge, Paco Roca, Salt Editions, se una notte d'inverno un viaggiatore, Trilogia di K., un'ora con, vita da blogger
    • Un’ora con…Laura Ganzetti de Il tè tostato

      Posted at 11:50 am03 by ophelinhap, on March 22, 2016

       

      Che dire di Laura, meglio nota come la fanciulla del tè tostato e dei libri?

      In primis che l’ammiro moltissimo: ha mille idee, realizza tantissimi progetti e si dedica a tutti con passione ed entusiasmo (vi rimando a questo post in cui Laura spiega di cosa si occupa e come potete seguire i suoi progetti di lettura sui social).

      Laura, ti lascio la parola e spero di incontrarti prestissimo, magari a qualche evento bronteano 😉

      laura

      1) Il tè tostato: come e perché?

      Il tè tostato è nato per mettere in fila le mie letture e non dimenticarle. Leggo tanto e a un certo punto mi è sembrato impossibile continuare ad avere tutto in testa, così ho aperto il blog; un diario non sarebbe bastato, sono un’incostante e senza un impegno all’esterno avrei smesso.

      Il nome deriva dall’altra mia passione, il tè, e appunto il tè tostato è uno di quelli che preferisco; in giapponese si dice Hojicha ed era abbastanza improbabile, così ho scelto la versione italiana, ma per un anno intero quando dicevo “Il tè tostato” tutti capivano “Il terzo stato”: è imbarazzante dover ripetere come ti chiami, ma sento di essere quasi fuori dal tunnel. Andando avanti Il tè tostato si è arricchito di idee, voglia di fare, progetti, collaborazioni, il rapporto uno a uno di me che scrivo e mio padre che leggeva è cambiato e oggi occupa moltissimo della mia giornata.

       

      2) Chi c’è dietro Il tè tostato?

      Il tè tostato è tutto mio e solo mio, in un’autarchia arcaica e felice. Dato che sono in costruzione (e demolizione) personale continua, lo è anche il blog. I libri sono la cosa che mi piace di più, la lettura e la scrittura sono il modo in cui preferisco passare il tempo, sono una solitaria, mi piace l’autunno e il malumore della pioggia. Poi c’è tutta la mia vita personale che nel blog non appare, ma lo condiziona come la lettura condiziona me. Parlando di pratica dietro c’è una negata col computer che ha imparato a starci insieme, la mia pagina l’ho fatta da sola e so che si vede, ma ne sono orgogliosa, ed è stato un passo importante, ci sono poi, e soprattutto, molte ore di lettura, di approfondimento, di discussione e confronto con chi legge, c’è l’amore per la condivisione del mondo dei libri la frequentazione di librerie e il dialogo con chi di libri vive e lavora, e moltissima curiosità.

       

      3) Il tuo scaffale d’oro

      Lo scaffale è lungo e articolato, in ordine sparso: Jack Kerouac, George Simenon, Virginia Woolf, J.D. Salinger, Jane Austen, Emily Brontë, tutti gli Harry Potter. Di alcuni autori l’intera narrativa per me è fondamentale, certo con delle preferenze di titolo, e poi c’è la saga che ha frantumato i miei pregiudizi letterari, ed è stata una sensazione di miglioramento unica. Il mio percorso di lettore mi ha portata dall’amare visceralmente gli americani della beat generation, poi a sentire la necessità di ambientazioni inglesi a partire da Peter Pan; ora, per esempio, sono inamorata di Elizabeth Jane Howard.

      Ma c’è un’autrice italiana a cui devo tutto ed è Natalia Ginzburg: è stato con Lessico Famigliare che ho scoperto il piacere della lettura, avevo undici anni. C’è inoltre un autore cui devo l’attenzione per la parola e la fiducia nell’immaginazione ed è Italo Calvino: Se una notte d’inverno un viaggiatore mi ha insegnato che le storie possibili sono infinite e così le vite.

       

      4) Un personaggio in cui ti immedesimi particolarmente

      Holden Caulfield, per il suo disagio cui il mio assomiglia moltissimo e la sua voglia di esistere anche. Ho una famiglia di personaggi letterari, sono figure che sento, vorrei potergli telefonare, farci una passeggiata, ma nessuno è come Holden per me. Lui sa chi sono, e seppure abbia ancora sedici anni mentre io sono diventata grande, e si spera che diventerò vecchia, Holden è in me e io lo tengo stretto. Che poi l’immedesimazione secondo me è sopravvalutata, ho amato dei libri in cui non mi sono trovata, sono stata spettatore seppure partecipe, in ogni lettura entro e esco dall’ambientazione, ma non dai personaggi, non spesso almeno, ma Holden, lui non si batte, non se ne è più andato da me.

       

      5) Se il tuo blog fosse una canzone..

      Il mio blog sarebbe Nella mia ora di libertà di Fabrizio De André, e Hotel Supramonte; ci sono poi alcune colonne sonore di film, quella di City of Angels prima di tutte, film orribile,ma brutto brutto, colonna sonora pazzesca, e poi quella di Ritorno al futuro.

      Poi c’è Mexico di James Taylor, perché l’evasione è quel posto in cui poi si va a vivere.

       

      6) Il tuo rapporto con la scrittura/con la lettura

      Con la lettura facilissimo, con la scrittura complicatissimo. Leggere e scrivere sono le uniche cose che ho sempre fatto da quando ho imparato, quelle che mi hanno salvato, divertito, sostenuto, fatto soffrire e fatto stare bene.

       

      7) Progetti in cantiere

      Uh, moltissimi! Tra quelli interni al blog e le sue derive, ho tremila idee e, contrariamente al mio solito che le contemplo e basta, ora tento di realizzarne almeno due o tre. Sto imparando a essere (almeno un po’) concreta. Comunque tra le altre dovrebbe esserci l’abbandono della mia grafica autodidatta alla volta di qualcosa meno naif , ma non troppo, e nuovi gruppi di lettura, che sono un po’ la mia missione.

      Posted in Guestpost e interviste | 4 Comments | Tagged bookblogger, City of Angels, Emily Brontë, Faber, Fabrizio De André, George Simenon, Harry Potter, Hotel Supramonte, Il tè tostato, Italo Calvino, J.D. Salinger, Jack Kerouac, Jane Austen, Laura Ganzetti, Lessico Famigliare, Natalia Ginzburg, Nella mia ora di libertà, Peter Pan, Ritorno al futuro, se una notte d'inverno un viaggiatore, un'ora con, Virginia Woolf, vita da blogger
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