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Frammenti di letteratura, poesia, impressioni
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    • Femminili, singolari (ovvero da grande volevo fare la scrittrice#2)

      Posted at 11:50 pm10 by ophelinhap, on October 8, 2012




      Femminili, singolari è una raccolta di storie di donne.
      Perchè ancora oggi il mondo rimane di genere maschile. E ancora sono e saranno tanti i progressi che le donne dovranno compiere, gli ostacoli che dovranno superare, le montagne che dovranno scalare. Per dimostrare ad un datore di lavoro che possono essere assunte anche se sono giovani, e l’essere madre non significa non essere una seria professionista. Per diventare brave giocoliere, nuotando tra gli eteronimi -figliamammamogliesorellaamantecompagnaamicaconfidentegiovanevecchiacasalingaprofessionista.
      Perchè tutte le donne sono circensi. Brave trapeziste, che cercano di non cadere mantenendo equilibri sempre più instabili ad altezze sempre più vertiginose, su fili sempre più sottili. Osando. Inventando nuove soluzioni, sempre più creative, ogni giorno.

      Perchè le donne spesso si trovano a bivi che le costringono a compiere delle scelte. Scelte che compromettono la loro indipendenza, che possono minare la propria consapevolezza di sè. Che riescono ad allontanarle ogni giorno un pochino in più dai loro obiettivi, rendendo quei cassetti sempre più pieni di sogni. Ben nascosti.

      Ieri sera guardavo Anna Karenina, nell’adattamento del 1997 interpretato da Sophie Marceau, e pensavo. A Stiva, il fratello di Anna, la scappatella con la balia dei suoi figli è perdonata, anche per intercessione di Anna, tanto dalla moglie quanto dalla società. Perchè è un uomo. Perchè è il marito di Dolly. Perchè Dolly senza di lui perderebbe il suo ruolo nella società. Perchè è così che stanno le cose.
      A Vronskij, la storia con Anna aggiunge una patina di rispettabilità. E’ un giovane conte che sta facendo carriera tra i ranghi militari e quelli sociali. La storia con la Karenina, bella, colta, affascinante, sposata ad un uomo importante, è vista dai suoi amici e colleghi con malcelata invidia e ammirazione.
      E Anna? Anna obbedisce alle ragioni del suo cuore, segue i dettami della passione, e perde tutto. Perde l’amato figlio Serioza, e questa cosa le spezza il cuore, rendendola parzialmente incapace di amare, piena di odio e rancore verso se stessa. Perde il suo posto in una società ipocrita e corrotta. E perde Vronskij, stanco dei suoi attacchi di nervi, dell’oppio con cui lei calma il dolore di madre mutilata, di donna mutilata, asservito ai disegni che la madre ha per lui e che includono giovani principesse russe.
      E Anna si uccide. Come sarebbe stata la sua storia, mi chiedo, se fosse stata scritta da una donna, con gli occhi di una donna, dal punto di vista di una donna?

      Alda Merini ha scritto che i figli si partoriscono ogni giorno. E forse un figlio che nasce si porta definitivamente via un pezzo della madre.
      Non si smette mai di essere  madri. Non si smette mai di essere figlie, anche quando il rapporto con la madre è complicato, quando si erge un muro di imbarazzo per le cose mai dette, per gli abbracci spezzati, per le carezze mancate. Per tutte quelle parole sprecate. Per quei momenti lasciati andare via. Per la ressegnazione, Per la rabbia. Per il cieco, stupido, ostinato orgoglio.

      Femminili, singolari è dedicato a tutte queste donne, e altre ancora. A tutte quelle che si sono perse e non sono riuscite più a ritrovare se stesse e la propria strada. A tutte quelle che si sono perse per poi ritrovarsi.
      A tutte quelle che hanno perso qualcosa – un amore, un’occasione. Se stesse.

      A tutte quelle che hanno amato chi non potevano avere, a tutte quelle che sono state amate invano, a quelle che credono ancora nelle favole e che i girasoli possano sbocciare in mezzo al fango. A tutte le ciniche. A coloro che portano con sè le vestigia di un cuore spezzato vestendosi a lutto e a tutte quelle che mascherano il loro dolore dietro una fitta maschera di indipendenza.

      Le storie di questa raccolta obbediscono alle leggi di una geografia del cuore che non conosce distanze nè fusi orari, toccando luoghi dell’anima che hanno lasciato ferite profonde nel cuore, da Londra a Hong Kong.

      Con rabbia, con dolore. Con amore.

      Perchè, come cantavano gli Smiths:

      From the ice-age to the dole-age
      There is but one concern
      I have just discovered :

      Some girls are bigger than others
      Some girls are bigger than others
      Some girl’s mothers are bigger than
      Other girl’s mothers

      Posted in Ophelinha scrive | 0 Comments | Tagged e-book, Errant Editions, In the mood for love, Ophelinha, Racconti
    • Il mio primo e-book (ovvero da grande volevo fare la scrittrice)

      Posted at 11:50 pm07 by ophelinhap, on July 25, 2012

      C’era una volta, nemmeno tantissimo tempo fa, una ragazzina timida e abbastanza chiusa, di quelle con gli occhialoni rotondi e le codine cicciotte, tanto per intenderci.
      Viveva in un mondo tutto suo, sempre con la testa per aria, convinta che la realtà non fosse quella che si vede, ma quella che si crede, e che sui libri si potesse sempre fare affidamento. Perchè non ti deludono mai. Non ti lasciano mai sola. Non ti prendono in giro o ti ostracizzano perchè sei “diversa”, perchè a saltare l’elastico o a giocare con la corda e l’hoola-hop preferisci allestire piccoli spettacoli teatrali, come in Piccole Donne della Alcott, libro che la ragazzina tanto amava.
      C’era una volta una ragazzina che sognava di diventare scrittrice e, ogni volta che si sentiva strana, o triste, o sola, o scoraggiata, o particolarmente euforica, riempiva pagine e pagine di diari.
      E poi delle sue prime poesie. E poi della sue prime storie.
      E in quelle pagine ancora oggi vede scorrere tutto il suo mondo, dalle crisi adolescenziali e familiari alle prime cotte, dai primi amori alle prime delusioni amorose, dai primi temi ai primi esami. Dal primo curriculum all’ultima lettera di rifiuto.

      Tutto questo per dire, in maniera contorta come sempre, che è difficile avere un sogno. E’ difficile coltivarlo, quando il mondo ti insegna giorno per giorno a diventare miscredente, sussurrandoti all’orecchio che non ce la puoi fare, che non ce la farai, che non sei l’eccezione ma la regola, che sei solo una tra tanti, che se uno su mille ce la fa tu fai parte degli altri novecentonovantanove.
      E’difficile continuare ad allevare un sogno quando la vita ti cambia, ti marchia a fuoco, ti fa invecchiare precocemente, ti fa chiudere nel dimenticatoio quei progetti per cui ti eri preparata con tanta cura, quelle speranze che avevi coltivato con tanto amore.

      Ma continui a scrivere. Continui a confessare alla carta (o allo schermo) quelle cose che non oseresti mai dire a nessuno. E scrivi quando sei felice, scrivi quando sei triste, scrivi in quelle nuits blanches che sembrano non voler finire mai. Scrivi aspettando l’alba. Scrivi in lutto per la perdita di un amore. Scrivi perchè (Pereira docet) in fin dei conti continuare a frequentare il passato è molto più facile che vivere il presente e aprirsi al futuro, lasciarsi andare. Scrivi perchè a volte il passato fa male, e ce n’è così tanto, di quel passato, che non riesci proprio a lasciarlo andare.
      Scrivi per dimenticare. Scrivi perchè hai paura di non ricordare. Scrivi per fissare nero su bianco quei tratti, quelle mani, quel profumo, quella voce che il tempo si porta via con sè, oltre lo specchio, nelle nebbie dell’oblio.

      Scrivi anche quando ti rendi conto che non basta voler fare la scrittrice: ci devi nascere, con la scrittura nel sangue, nella mente. Tatuata nel cuore.

      Ma anche questa consapevolezza non basta a fermarti. E continui a scrivere.

      Continui a scrivere perchè non puoi non farlo, perchè scrivere è obbedire a un dettame della tua coscienza e, come la pioggia d’estate di Levin, ti lascia pulita. Purificata.
      Anche quando quello che resta sono solo le parole.

      Tutta questa lunga premessa per annunciarvi (che verbo solenne!) che da ieri potete trovare online il mio primo e-book, pubblicato da Errant Editions: La ragazza del bar di Cuba, una trilogia, al modico prezzo di un euro (lo trovate qui).

      Per saperne di più, vi rimando al sito di Errant Editions Small Digital Publisher, che ha recentemente lanciato una coraggiosa ed appassionante iniziativa volta alla pubblicazione in formato digitale di storie brevi scritte da autori esordienti. La mia trilogia inaugura appunto la serie Inaspettati/Unexpected Passions. I racconti brevi che parlano d’amore (per saperne di più leggete qui),

      Colgo l’occasione per ringraziare Francesca, Coralie e gli altri editori erranti per aver realizzato uno dei più grandi desideri di quella bambina.

      E, come sempre, ringrazio tutti coloro che vorrano passare da queste parti a lasciare le loro impressions.

      Ophelinha P.

      Posted in Ophelinha scrive | 8 Comments | Tagged Bookworms, Caos calmo, Confessions of a Dangerous Mind, Dreams, e-book, Errant Editions, In the mood for love, Literature and Beyond, Me myself and I, Memories, Ophelinha, Racconti
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