Impressions chosen from another time

Frammenti di letteratura, poesia, impressioni
Impressions chosen from another time
  • Home
  • English
  • About
  • Cookie Policy
  • Tag: Chesil beach

    • Il Calendario dell’Avvento letterario #4: Merry Christmas, Sally Rooney

      Posted at 11:50 am12 by ophelinhap, on December 4, 2018

      f87bc7c1-51a5-4230-8e4c-6eee27a5659f

       

      Questa casella è scritta e aperta da Nellie di Just another point

      nellie.jpg

      Caro Babbo Natale,

      ti scrivo perché quest’anno sono tornata in Irlanda e non solo una volta, addirittura due. È stato bello anche se decisamente malinconico perché era dal 2014 che non la respiravo quell’aria del Nord, che non ne volevo sapere di tornare a Dublino pur avendola amata dal profondo del cuore. Eppure mi sono armata di coraggio, sono andata in libreria e ho letto i primi due romanzi di Sally Rooney, classe 1991, e tanti capitoli che stanno facendo il giro del mondo e insomma, lo devo ammettere: è stato proprio meraviglioso.

      È stato dopo aver letto Parlarne tra amici (edito da Einaudi in Italia) e Normal People (edito da Faber & Faber) che ho deciso che per questo 25 dicembre voglio un regalo speciale, specialissimo, qualcosa che non si fa tutti gli anni ma ogni tanto sì. Perché anche quest’anno, caro Babbo Natale, la lista di libri che troverai qua sotto non è per me ma per una donna speciale che ha reso questi ultimi sei mesi più belli, più veri, più vissuti e che con i suoi libri mi ha fatto sentire meno sbagliata, meno diversa, più simile a tanti altri che sono soprattutto Frances e Marianne. Insomma, questi regali sono proprio per lei: Sally Rooney. E ovviamente, inutile dirlo, sono tutti romanzi che mi hanno scosso così tanto che sarebbe bello avere il suo parere.

      Il primo libro che vorrei regalarle è Dove mi trovo di Jhumpa Lahiri (edito da Guanda) perché secondo me Sally Rooney è una che se la fa spesso questa domanda, che se lo chiede in che parte del mondo sta vivendo, con quali sogni e aspettative. Il romanzo scritto in italiano dalla scrittrice statunitense, nata a Londra da genitori bengalesi, è il regalo per chi non smette mai di farsi domande, proprio come la mente che ha fatto nascere storie così complicate nella loro semplicità come sono quelle di Parlarne tra amici e Normal People. Eppure, è da quelle domande che Sally Rooney e Jhumpa Lahiri trovano una risposta, una collocazione più o meno precisa di dove al momento stanno vivendo.

      Un altro libro che vorrei regalare a Sally Rooney, poi, è La ragazza del convenience store di Sayaka Murata (edito Edizioni E/O) perché il Giappone è un mondo lontano, sì, ma quello di Keiko, la protagonista del libro, è soprattutto un mondo isolato nella propria mente, un continuo tentativo di raggiungere ciò che desidera che mi ricorda tanto Frances, la protagonista di Parlarne tra amici. Vorrei tanto sapere cosa ne penserebbe Sally Rooney di Keiko, del Giappone, del mondo all’interno dei konbini con tutte le vite che ci girano attorno da osservare 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

      Per Sally Rooney, caro Babbo Natale, vorrei anche una copia di Manuale per ragazze  rivoluzionarie di Giulia Blasi (edito da Rizzoli). Perché il femminismo ci rende felici solo che le protagoniste dei libri di Sally Rooney a volte se lo dimenticano. Sia Frances che Marianne si fanno scorrere la vita addosso, cercano di non prendere una posizione e se lo fanno è quella più semplice e meno coraggiosa. Un atto, forse, che la scrittrice vuole portare in modo inconscio in entrambi i romanzi per trasmettere al meglio il desiderio di rivalsa che dovrebbe scorrere nelle vene, quella voglia di farsi sentire perché, questo è da dire, una scelta spesso c’è. Serve solo il coraggio di sceglierla e percorrerla.

      Ultimo, ma non per importanza, vorrei che sotto l’albero di Natale di Sally Rooney ci fosse anche una copia di Chesil Beach di Ian McEwan (edito da Einaudi) perché con questo scrittore ci avevo litigato, lo ammetto, ma con questo romanzo breve ci ho poi rifatto pace. Sarà che la protagonista della trasposizione cinematografica è Saoirse Ronan; sarà che Chesil Beach parla di una relazione, tutto quello che sta alla base di Normal People ma anche in Parlarne tra amici: quella spiaggia è entrata nel mio immaginario ed è il luogo dove vorrei andare a guardare le onde e dove Sally Rooney, ne sono quasi certa, si troverebbe davvero bene.

       Caro Babbo Natale, un’ultima cosa prima di andare: non ti dimenticare di lasciare insieme ai libri anche tanti dolci, che Sally Rooney un po’ di amarezza può anche dimenticarsela per un giorno. Ringraziala per tutte le storie che scrive, che ogni volta che vedo i suoi romanzi nella mia libreria è come agganciare lo sguardo a un’ancora di salvezza, qualcosa che è lì e ci ricorda perché siamo qui. Il potere della letteratura, non è forse così?

      Merry Christmas, Sally Rooney.

      Posted in Il Calendario dell'Avvento Letterario | 4 Comments | Tagged Chesil beach, conversations with friends, Edizioni E/O, Giulia Blasi, Ian McEwan, Just Another Point, Manuale per ragazze rivoluzionarie, Nellie Airoldi, Rizzoli, Sally Rooney, Sayaka Murata
    • Letture d’autunno

      Posted at 11:50 am09 by ophelinhap, on September 27, 2018

      pic 1

      L’arrivo dell’autunno mi trasmette sempre emozioni contrastanti: da un lato, le zucche, i caminetti accesi, le infinite tazze di tè caldo, tutti quei rituali un po’ hygge, un po’Instagram che mi sforzo inutilmente di replicare, con poca costanza e scarsi risultati; dall’altro, le giornate grigie e corte, la pioggia, la nebbia e quella malinconia raccontata magistralmente da Cardarelli:

       

      Ora passa e declina,

      in quest’autunno che incede

      con lentezza indicibile,

      il miglior tempo della nostra vita

      e lungamente ci dice addio.

       

      Ci vorrebbero le letture adatte, quindi. Letture che magari cambino colore come le foglie, che penetrino la malinconia e aiutino ad interpretarla e ad accettarla, che regalino nuove prospettive. Di seguito un paio di spunti per accompagnarvi nella nuova stagione – mi raccontate le vostre letture autunnali?

       

      1. Un libro sulla depressione: My year of rest and relaxation, Ottessa Moshfegh

       

      Se avete voglia di un libro diverso dal solito, Ottessa Moshfegh fa al caso vostro: My year of rest and relaxation è un libro cupo, sarcastico, imprevedibile. È la storia di una ragazza senza nome: bella, magra e biondissima, un appartamento a New York, una laurea in storia dell’arte alla Columbia university e un enorme vuoto dentro. L’anonima narratrice perde in poco tempo entrambi i genitori, con i quali aveva un rapporto freddo e distante; perde il lavoro in una galleria d’arte, dove viene scoperta più volte a dormire durante l’orario di lavoro. Grazie all’eredità lasciatale dal padre, non ha bisogno di lavorare ed escogita una via d’uscita: un anno di sonno, di ibernazione, senza contatto col mondo esterno. Un anno per non sentire niente. Un anno per guarire.

      Le uniche persone con cui ha contatti sono la sua terapista, una macchietta che racchiude tutti i peggiori stereotipi e luoghi comuni sullo stato della psicoterapia in America: distratta, disinteressata ai suoi pazienti, non esita a prescrivere alla ragazza cocktail di sonniferi e antidepressivi, senza essere capace di annotare né di ricordare il benché minimo particolare sulla sua situazione personale, senza preoccuparsi dell’uso che la ragazza potrebbe farne; la sua migliore amica, Reva, amante dei manuali di auto-aiuto, invidiosa della sua magrezza e della sua ricchezza; il suo ex ragazzo, Trevor, dalle tendenze decisamente sadiche; i proprietari della bodega sotto casa, dove si reca puntualmente a prendere il caffè e a comprare cose che, senza l’effetto degli psicofarmaci, non si sognerebbe mai di acquistare.

      La volontà della protagonista di eclissarsi – almeno temporaneamente – dalla faccia della terra deriva dal fatto che quasi tutti nella sua vita l’hanno respinta o cancellata: il padre anaffettivo, la madre alcolizzata, l’ex ragazzo violento, l’amica bulimica e distante.

      Moshfegh racconta una storia di privilegio, alienazione e dolore, ma riesce a renderla leggera, sarcastica, a tratti divertente. Anche quando le vicende rasentano l’assurdo, quando la protagonista è all’apice della sua alienazione e solitudine, la narrazione è tenuta insieme da un filo sottile di ironia, che regala po’ d’aria fresca al rancido appartamento newyorchese. Intervengono poi i fatti dell’11 settembre a riportare la protagonista a una realtà che deve imparare ad accettare.

      Da leggere se si ha voglia di un libro diverso dal solito e per riflettere su quello che è il peso specifico della depressione, dell’alienazione, della perdita, della solitudine.

      pic 2

      2. Un libro sui rapporti umani: Parlarne tra amici, Sally Rooney

      Ho letto questo libro contagiata dall’entusiasmo dell’infaticabile Nellie, e non me ne sono pentita: la giovanissima Rooney tesse una tela di complicati, fragilissimi rapporti umani tra Frances e Bobbi, due amiche ed ex amanti ventenni, e Melissa e Nick, una coppia di trentenni che si mostra molto aperta ed ospitale nei confronti delle due ragazze. Se Bobbi si prende una cotta per l’estroversa Melissa, fotografa affascinante e (apparentemente) sicura di sé, l’introversa Frances è invece attratta dal bel Nick, attore di un certo successo di qualche anno più giovane della moglie.

      Frances è isolata, circondata da una rete di rapporti frammentati e poco sani: quello col padre alcolizzato, alimentato dal senso di colpa; quello con l’indeciso Nick, alimentato dalla confusione; quello con Bobbi, alimentato da un affetto che negli anni non è riuscito a crescere e trasformarsi, rimanendo vincolato a una gelosia sempre meno sottile. Tuttavia, il rapporto più difficile da sviscerare per Frances è quello con se stessa, con la sua malattia, col suo desiderio di punirsi, col suo soffocato bisogno di attenzioni e di amore.

      Il romanzo di esordio di Sally Rooney, tradotto in italiano da Maurizia Balmelli per Einaudi, colpisce e conquista per la forza dei personaggi e l’originalità della voce narrante: mi ha invece lasciato un po’ perplessa il suo secondo romanzo, Normal people, di recente pubblicato da Faber&Faber, che, a mio parere, non riesce a mantenere le brillanti promesse di Parlarne tra amici e brilla di una luce un po’ offuscata.

      pic 3

      3. Un libro sul lutto: Il dolore è una cosa con le piume, Max Porter

      Il delicato libricino di Porter affronta il tema della perdita e del conseguente ottundimento che ne deriva, del dolore irrazionale, incontrollabile e selvaggio in modo quasi fiabesco. Una famiglia (mamma, papà, due bambini) viene tranciata dall’improvvisa perdita della madre. I tre membri superstiti ricevono la visita di un enorme corvo, che annuncia che rimarrà con loro finché sarà necessario. Non è un caso che il padre sia uno studioso di Ted Hughes, poeta che ha fatto del corvo uno dei principali simboli del suo immaginario poetico che ricorre con frequenza e assiduità nelle poesie scritte dopo il suicidio della moglie Sylvia Plath e dell’amante, Assia Wevill.

      Il corvo, come il dolore, è invadente, maleducato, maleodorante, sconsiderato e arriva nel momento più sbagliato – ma c’è un momento giusto, per perdere una persona cara?

      Ho letto questo libricino in un momento per me difficilissimo, ritrovandovi echi della mia Sylvia, attraverso Hughes, e di Emily Dickinson (il titolo inglese, Grief is the thing with feathers, riprende un verso della poetessa americana, Hope is the thing with feathers) e strascichi della battaglia, universale e solitaria, contro il dolore della separazione:

      Il concetto di voltar pagina e andare avanti funziona per gli stupidi, perché chiunque abbia un po’ di buonsenso sa che il dolore è un progetto a lungo termine.

      Il dolore è una cosa con le piume è pubblicato in Italia da Guanda nella traduzione di Silvia Piraccini.

      pic 4

      4. Un libro sul cambiamento: Se tu lo vuoi, Valeria Fioretta

      Cosa succede quando finisce una storia d’amore? Si soffre. Si prova rabbia. Si dubita di se stessi. Ci si confronta con gli amici. Ci si isola. Si cerca di cambiare qualcosa – nel proprio aspetto, nelle proprie giornate – per rinascere e trovare la forza di andare avanti.

      È quello che succede a Margherita, la protagonista del romanzo d’esordio di Valeria Fioretta, che scrive sul blog Gynepraio e che ha partecipato al nostro calendario dell’avvento letterario dell’anno scorso.

      Margherita si ritrova a trascorrere una lunga e torrida estate solitaria a Torino, che decide di impiegare facendo del volontariato. La sua scelta la porta ad un incontro inaspettato, che modifica il corso della sua estate.

      Apprezzo la penna mordace e ironica di Valeria e il suo primo romanzo non mi ha deluso: più della storia in sé, ho apprezzato la scrittura scorrevole e piacevole, che lo rende una perfetta lettura pomeriggio autunnale in poltrona o semplicemente un’occasione ideale per staccare da tutto e passare un’estate a Torino, tra tè freddo, gite in Maremma e amicizie inaspettate.

      pic 5

      5. Un libro sul matrimonio: Chesil beach, Ian McEwan

      Nella mitologia del matrimonio, la prima notte di notte è probabilmente inflazionata: c’è dietro tutto lo stress della celebrazione e della festa, si fa tardi, si mangia poco e si beve troppo. Eppure, nel romanzo di McEwan, la prima notte di matrimonio diventa invece occasione di divorzio. Succede a Florence e Edward, una giovane coppia inglese che decide di convolare a nozze negli anni Sessanta: lei è una giovane musicista di buona famiglia che sogna di sfondare col suo quartetto, lui si è appena laureato in storia, ama il rock’n’roll e proviene da una famiglia più modesta, mandata alla deriva dai problemi mentali della madre. I due sono entrambi alle prime armi e si sposano senza conoscersi veramente, vedendosi impossibilitati a consumare la loro unione. Nello sfondo, la facilità alla rabbia di Edward e i terrori di Florence, segnata dalla relazione con un padre dominante e probabilmente violento. La storia è tutta racchiusa nelle sfumature dei personaggi e nei flashback che gettano luce sul loro carattere e sul loro acerbo amore.

      Vi consiglio anche il film di Dominic Cooke, tutto incentrato sull’intensità dei due protagonisti, interpretati rispettivamente dalla – bravissima – Saoirse Ronan e da Billy Howle

      Spero di avervi dato un paio di idee sulle prossime letture autunnali e aspetto i vostri suggerimenti!

       

       

      Posted in Ophelinha legge | 5 Comments | Tagged Cardarelli, Chesil beach, Gynepraio, Ian McEwan, Max Porter, Ottessa Moshfegh, Sally Rooney, Valeria Fioretta
    • Chasing Impressions

    • Categories

      • Anglophilia
      • Cartoline
      • Frammenti di poesia
      • Frammenti di un discorso amoroso
      • Guestpost e interviste
      • Il Calendario dell'Avvento Letterario
      • Letteratura americana
      • Letteratura e dintorni
      • Ophelinha legge
      • Ophelinha scrive
      • Rileggendo i classici
      • Uncategorized
    • Goodreads

Blog at WordPress.com.

Cancel

 
Loading Comments...
Comment
    ×
  • Nel rispetto del provvedimento emanato in data 8 maggio 2014 dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo blog usa dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si accetta l'uso dei cookie. Per un maggiore approfondimento clicca qui.