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    • Quattro chiacchiere, due tag e consigli per gli acquisti

      Posted at 11:50 am07 by ophelinhap, on July 26, 2016

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      No, non sono sparita.

      Non ho vinto la lotteria, cambiato identità e comprato un’isoletta in qualche atollo sperduto e meraviglioso, dove vivere senza scarpe e coi capelli spettinati (almeno, non ancora).

      È semplicemente un periodo pieno: pieno di cose, cose che cerco di far succedere ma non arrivano; pieno di notizie da un mondo che fa sempre più rumore, e non il rumore che mi piacerebbe sentire. È insomma un periodo che mi fa desiderare silenzio, e leggerezza, mentre eventi e informazioni si accumulano così tanto da farmi perdere il filo delle cose che vorrei scrivere, mentre precipito nel delirio delle lettere motivazionali e delle gioie del precariato.

      Si parla tanto di crisi dei blog, ed è una cosa che mi fa riflettere abbastanza; tuttavia, ciò che mi ha fatto più pensare questi mesi, tra attacchi terroristici, Brexit e crisi varie, è la mancanza di figure forti di intellettuali (versus l’ipertrofia di opinionisti dell’ultima ora), che siano politicamente e socialmente impegnati e riescano ad aiutare a capire, a elaborare, ad essere meno confusi e spaventati dalle cose che ci circondano.

      Comunque, approfitto di queste quattro chiacchiere pre-vacanziere per parlare di cose totalmente diverse, di cose leggere, davanti a una limonata bella fresca, ché perfino qui al nord è arrivato qualche giorno d’estate, e rispondere velocemente a due tag: quello di Baylee de La siepe di more e quello della mia amica Alessandra di Una lettrice.

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      Il tag di Baylee si chiama I posti che tag e mi sembra più che adatto alla voglia di vacanza che ho in questo periodo – tanta, tantissima. Per entrambi i tag risponderò semplicemente alle domande e, anziché taggare a mia volta altri blog, vi consiglierò alla fine del post un po’ di blog che mi piacciono e che potreste recuperarvi durante le tanto sudate, meritatissime vacanze. Pronti?

       

      Il posto che porti nel cuore

      Londra, sempre.

      Il posto più divertente

      Porto, una minifuga con una mia carissima amica, una cena in un ristorante très chic in cui siamo finite per sbaglio, piene di sabbia dopo aver trascorso una giornata al mare. Non riuscivamo a smettere di ridere, specie dopo dosi generose di vinho verde, tanto che a un certo punto ci hanno suggerito che sarebbe stato meglio se ce ne fossimo andate. Siamo tornate in ostello alle cinque del mattino, non abbiamo sentito la sveglia e abbiamo preso l’aereo per un soffio.

      Il posto più commovente

      La casa di Anna Frank ad Amsterdam. Ho letto così tante volte il suo diario da ragazzina che non riesco a evitare di commuovermi ogni volta che ci ritorno.

      Il posto più deludente

      La porta di Brandeburgo a Berlino – me l’aspettavo immensa, non so perché. E Staten Island, dove mi è toccato scoprire, nel corso di una gita improvvisata, che c’è veramente pochissimo da fare.

      Il posto più sorprendente

      Il campus dell’università di Harvard a Boston. Ho sempre desiderato visitarlo e, quando è finalmente successo, la realtà si è rivelata migliore delle aspettative alimentate da Gilmore Girls.

      Il posto più gustoso

      Barcellona, dove ho mangiato la zuppa di pesce più buona del mondo. Budapest, dove ho passato quattro giorni a rimpinzarmi di gnocchetti e risotto al formaggio di capra e rape rosse. Il Salento e i frutti di mare crudi e freschissimi. Casa mia in Calabria.

      Il posto che ti ha lasciato un ricordo particolare

      Sempre Londra, e i ricordi sono tanti e preziosi: un picnic col vino bianco ghiacciato a Hyde Park, un karaoke improvvisato in metro, i pomeriggi alla National Gallery e poi a cercare libri alla Waterstone’s di Trafalgar Square, la mia prima volta all’opera.

      Il posto più romantico

      Sempre Londra. Sono ripetitiva, lo so. Qui ho cercato di spiegare alcuni dei (tanti) motivi.

      Il posto che vorresti rivedere

      Boston, di cui mi sono innamorata, e New York, perche è cosi immensa che non riesci mai a scoprirla abbastanza.

      Il posto dove ti piacerebbe andare

      Mi piacerebbe visitare il New England di Sylvia Plath e di Emily Dickinson e da lì passare al Canada di Alice Munro. La Cornovaglia di Ross Poldark e tutta la mia amata Inghilterra. La Scozia, dove mi sono sentita un po’ a Hogwarts.

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      Il tag di Alessandra è il Liebster Award 2016 (grazie, Ale!). Le domande proposte da una delle mie lettrici preferite sono le seguenti:

       

      Cosa stai leggendo?

      Ross Poldark di Winston Graham (pubblicato di recente in Italia da Sonzogno, nella traduzione di Matteo Curtoni e Maura Parolini)

      Per te qual è la storia d’amore più bella di tutti i tempi e perché? (Puoi citare libri, film ma anche raccontarmi come si sono conosciuti i tuoi nonni…vale tutto :))

      La mia inclinazione bovaristica propenderebbe per una delle mie amate storie maledette e infelici, tipo Anna Karenina, Cime tempestose o Non lasciarmi di Ishiguro. Ho da poco iniziato ad apprezzare le storie d’amore più sane e meno distruttive – tipo Elizabeth Bennet e Mr Darcy di Orgoglio e pregiudizio, per intenderci, o Hannah Coulter di Wendell Berry. Suggerirei qualcosa a metà strada, tipo Via col Vento: Rossella perde i suoi anni migliori dietro l’uomo chiaramente sbagliato (chi di noi non l’ha fatto, almeno una volta nella vita?) e perde Rhett. Non c’è lieto fine, ma l’ostinata, testarda fanciulla non si arrende, ché domani è un altro giorno.

      Passatempo preferito?

      Leggere il sabato o la domenica mattina a letto o in riva al mare. Le maratone su Netflix (ora sto guardando Orange Is The New Black). Un bel film. Un aperitivo appena fuori c’è il sole. Viaggiare appena posso. Scrivere quando ne ho voglia.

      Consiglia due libri imperdibili, due libri che secondo te tutti dovrebbero leggere. 

      Anna Karenina di Tolstoj, il mio libro preferito, e Lolita di Nabokov, scritto talmente bene che le parole si sciolgono in bocca con un retrogusto frizzantino. Leggerlo in lingua originale è un’esperienza quasi mistica.

      A cosa pensi prima di addormentarti?

      Sono una persona molto ansiosa e soffro d insonnia, quindi in realtà tendo a leggere fino ad addormentarmi ancora con gli occhiali e il Kindle in mano.

      Qual è un sogno che vorresti realizzare?

      Trascorrere un’estate a studiare a Harvard.

      Mini-vacanza. Qual è un posto in Italia che consiglieresti per trascorrere un bel weekend? 

      Consiglierei la mia Calabria, regione spesso sottovalutata che invece nasconde vere e proprie perle, come Tropea, Scilla, Capo Vaticano, il parco nazionale della Sila e quello del Pollino per gli amanti della montagna.

      Qual è un post del tuo blog che ti piace particolarmente? Linkalo.

      Parlerei più che altro di post ai quali sono particolarmente affezionata, tipo quelli su Sylvia Plath, il mio pellegrinaggio austeniano nello Hampshire o quello un cui racconto un po’ di cose su Ophelinha.

      Perché alle persone piace il tuo blog? 

      Francamente non ne ho idea, questa sarebbe più una domanda per i miei venticinque lettori di manzoniana memoria 😉

      Hai comprato qualcosa con i saldi?

      Ho comprato alcune cose durante il periodo dei saldi ma non in saldo – vale lo stesso? – tipo questo vestitino di Mod Dolly, un piccolo brand inglese che adoro, e questa gonna handmade di emmevi loves. Ho inoltre preordinato The Cursed Child, il sequel teatrale di Harry Potter in uscita in UK il 31 luglio, e non vedo l’ora di leggerlo (potete pre-ordinarlo anche in italiano, nella traduzione di Luigi Spagnol).

      Se potessi migliorare la tua vita cosa sarebbe la prima cosa che cambieresti? 

      Ci sono diverse cose che non mi rendono felice in questo periodo, e la precarietà non aiuta. Spero di trovare il mio posticino nel mondo al più presto, e riuscire a essere meno ansiosa, più serena.

       

      Come promesso, ecco una lista non esaustiva di blog che mi piacciono e che potreste recuperarvi durante le vacanze estive:

       

      Una lettrice

      Parole senza rimedi

      Citazionisti avanguardisti

      Il soffitto si riempie di nuvole

      Interno storie

      Librofilia

      Librangolo Acuto

      Just Another Point

      Casa di ringhiera

      La McMusa

      Bellezza rara

      Il tè tostato

      Riru Mont In Glasgow

      La filosofia secondo Baby P

      Il Club dei Libri

      Zelda was a writer

      Capitano mio Capitano

      Peek A Book

      Il mondo urla dietro la porta

      The Sisters’ Room, A Brontë-inspired Blog

       

      In inglese:

       

      Brain Pickings

      Yummy Books

       

      Avete anche voi bei blog da propormi (non necessariamente book o lit blog?) In caso affermativo fatelo nei commenti, e grazie!

      Soundtrack: You’ve got time, Regina Spektor

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      Posted in Ophelinha scrive | 14 Comments | Tagged alessandra pagani, Alice Munro, Anna Karenina, Bellezza rara, Brain Pickings, capitano mio capitano, casa di ringhiera, Cime tempestose, Citazionisti avanguardisti, Emily Dickinson, Hannah Coulter, Hogwarts, Il Club dei Libri, Il mondo urla dietro la porta, Il soffitto si riempie di nuvole, Il tè tostato, interno storie, Ishiguro, Just Another Point, La filosofia secondo BabyP, la mcmusa, La siepe di more, LibrAngoloAcuto, Librofilia, Liebster Award, Lolita, Londra, New York, Non lasciarmi, Orange is the new black, Parole senza rimedi, Peek A Book, Rhett Butler, Riru Mont in Glasgow, Ross Poldark, Rossella O'Hara, Sylvia Plath, The Cursed Child, The Sisters' Room, A Brontë-inspired Blog, una lettrice, Via col vento, Margaret Mitchell, Vladimir Nabokov, Wendell Berry, Yummy Books, Zelda was a writer
    • e.e. cummings, tutto minuscolo

      Posted at 11:50 pm03 by ophelinhap, on March 30, 2015

      cummingsbe of love (a little) more careful
      than of everything
      guard her perhaps only
      A trifle less (merely beyond how very)
      closely than nothing
      remember love by frequent
      anguish (imagine
      her least never with most
      memory)
      give entirely each
      forever its freedom

      (dare until a flower,
      understanding ceaselessly sunlight
      open what thousandth why
      and discover laughing)

      sta’ un po’ più attento all’amore

      più che alle altre cose

      proteggila forse soltanto

      un po’ meno

      (appena più di molto)

      vicino

      ricorda l’amore con tormento

      frequente (non immaginarla

      mai di meno

      con tutta la memoria possibile)

      le due metà per sempre libere

      (osa fino a quando un fiore,

      comprendendo la luce imperitura del sole

      sboccerà con mille perché e

      imparerà a ridere)

      Stare attenti all’amore. Prendersene cura, un po’ più di quanto facciamo col resto dei sentimenti che popolano le varie sfere del quotidiano. Il problema è che ce lo dimentichiamo troppo di sovente: allora interviene e.e, cummings (si, tutto minuscolo) a ricordarcelo. Lo fa col suo linguaggio un po’ criptico, con le sue immagini delicate di pittore di parole, con un tono leggero e scanzonato, con un verso frammentato che sembra prendere in giro il lettore, lasciandolo sospeso con la promessa di un avverbio.

      Parole come pesci guizzanti, come un torrente d’acqua mai uguale a se stesso. Parole indomabili, impossibili da acciuffare, che sfuggono a ogni tentativo di incasellarle dentro un’interpretazione ben definita. Susan Cheever, nella sua biografia di e.e., scrive:

      Modernism as Cummings and his mid-twentieth-century colleagues embraced it had three parts. The first was the exploration of using sounds instead of meanings to connect words to the reader’s feelings. The second was the idea of stripping away all unnecessary things to bring attention to form and structure: the formerly hidden skeleton of a work would now be exuberantly visible. The third facet of modernism was an embrace of adversity. In a world seduced by easy understanding, the modernists believed that difficulty enhanced the pleasures of reading. In a cummings poem the reader must often pick his way toward comprehension, which comes, when it does, in a burst of delight and recognition.  

      (Il Modernismo, così come l’hanno abbracciato cummings e I suoi colleghi intorno alla metà del XX secolo, era costituito da tre parti. La prima comprendeva gli esperimenti sonori che avevano come scopo quello di collegare le parole alla percezione del lettore. La seconda si concentrava nel tentativo di depurare tutti gli elementi superflui per soffermarsi sulla forma e sulla struttura: lo scheletro, prima nascosto, diventava così prepotentemente visibile. La terza era la volontà di abbracciare le avversità; in un mondo sedotto dalla facilità di comprensione, i modernisti credevano che la difficoltà incrementasse il piacere della lettura. Con le poesie di cummings, il lettore deve trovare la sua strada per arrivare alla comprensione, che arriva –quando arriva – in un’esplosione del piacere del riconoscimento).

      L’arte di vedere deve essere imparata, scriveva Marguerite Duras ne L’amante: cummings, il poeta bambino (aveva composto la sua prima poesia a tre anni), appassionato di disegno, aveva imparato a “vedere” e coltivato un immaginario poetico grazie alle sue fantasie infantili, popolate di elefanti, uccelli, alberi. Sviluppa un suo alfabeto e un suo stile, eliminando la presunzione delle lettere maiuscole, coltivando una punteggiatura fresca, frizzante, riducendo la lunghezza dei versi e conferendo loro un ritmo sinuoso e dinamico, in un’esplosione di sinestesie e suggestioni. La poesia di cummings è un inno al sì, consacrazione e celebrazione vitalistica di tutto quello che e.e. ama:

      yes is a world

      & in this world of yes live

      (skillfully curled)

      all words  

      sì è un mondo

      & in questo mondo di sì vivono

      (arricciate ad arte)

      tutte le parole

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      Un modo originale (e poetico, e bellissimo) di ripercorrere i passi di Edward Estlin, di rivedere il poeta bambino amorevolmente incoraggiato dalla madre, che inizia a raccogliere i suoi versi in un quadernetto intitolato Estlin’s Original Poems, mentre il padre finge di essere un elefante, in omaggio alla musa poetica del figlio, è sfogliare le pagine della biografia Enormous Smallness: A Story of e. e. cummings, a cura di Matthew Burgess, splendidamente illustrata da Kris di Giacomo.

      Una biografia apparentemente destinata a un pubblico infantile che in realtà diventa, mediante i versi e le bellissime illustrazioni che e.e. tanto avrebbe amato, una degna celebrazione di un poeta che voleva restare piccolo, ma che, volente o nolente, è diventato enorme.

      (Tutte le immagini di questo post sono tratte da quest’articolo su Brain Pickings). enormoussmallness10

      Posted in Frammenti di poesia, Letteratura americana | 1 Comment | Tagged Brain Pickings, e.e.cummings, Edward Estlin Cummings, poesia, Poetry
    • The Ophelinha Gazette#6 – articoli, segnalazioni, aneddoti e curiosità letterarie

      Posted at 11:50 am03 by ophelinhap, on March 13, 2015

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      Avete presente quando a Roma è nevicato, nel 2011? Guardavo sui social media le foto dei miei ex colleghi che, felici come bambini, dedicavano la loro pausa pranzo a battaglie con palle di neve.

      Qui a Greyville, signore e signori, c’è il sole. Avete capito bene: non il solito raggio di sole pallido dietro la nebbiolina, ma un sole arancione sullo sfondo di un cielo blu che mi fa sospirare di nostalgia per quello calabrese. Non un giorno di sole, non due, ma ben cinque.

      Ora, una settimana di sole a voi parrà niente, ma da queste parti è un evento raro e inspiegabile come, non so, non strappare i collant in giornata, non finire una bottiglia di Chablis, non guardare Anna Karenina perché il Crotone gioca contro il Trapani (Lupster, dico a te).

      Quindi, col senso di colpa tipico di chi vive su al Nord e sa che l’ebbrezza da luce solare non durerà, taglio corto e scappo al parco in maniche corte (ci sono 13 gradi, ma equivalgono a 23 in terra italica).

      La redazione augura a tutti un ottimo fine settimana assolato di camminate a piedi nudi nel parco.

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      1) Qualche notte fa ho fatto un sogno stranissimo (che s’inserisce nella mia lista di sogni deliranti). Ho sognato che Humbert Humbert mi declamava la poesia che compone per Lolita quando lei scappa con Clare Quilty (che è davvero bellissima, tra l’altro: se non la conoscete, correte ai ripari).

      Mi sono svegliata piena di parole, my Dolly, my folly. Quindi vi propongo un bellissimo articolo sulla biografia di Nabokov e sulla sua vita pre-ninfette, che poi è anche un’interessante riflessione sul concetto di autobiografia: non basta essere un ottimo scrittore, bisogna anche aver vissuto una vita straordinaria, fuori dal normale, piena di eventi interessanti.

      E un’altra lista (lo so, lo so, si era detto niente più liste. Ma è Nabokov, quindi facciamo un’eccezione) dei libri più belli del XX secolo (e di quelli più sopravvalutati).

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      2) Cosa rende un libro più o meno facile da leggere, e perché i libri che non ci piacciono ci risultano più difficili da leggere, benché siano apparentemente più “leggeri”?

      3) Il sei marzo Gabo e il suo realismo magico avrebbero compiuto 88 anni. Brain Pickings lo celebra ricordando i suoi difficili (e tardivi) inizi di scrittore, che sfatano il mito secondo il quale scrittori si nascerebbe, non si diventerebbe. Marquez voleva fare il musicista, invece ha creato l’universo di Macondo e vinto il Nobel per la letteratura. Come direbbe Svevo, la vita non è né bella né brutta, ma originale.

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      4) Janeite, vi siete mai chiesti quali biscotti Aunt Jane avrebbe scelto come accompagnamento al tè? Qui uno spunto interessante e goloso (con un intervento a sorpresa della sottoscritta, eheh).

      E, dato che siamo in tema, beccatevi quattordici consigli della Austen per dirimere i casini della vostra vita sentimentale e renderla Darcy-approved.

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      Photo courtesy Il Cavoletto di Bruxelles

      Posted in Anglophilia, Letteratura americana, Letteratura e dintorni | 2 Comments | Tagged aunt jane, Brain Pickings, Cent'anni di solitudine, Gabo, Gabriel García Márquez, Jane Austen, Janeite, Lolita, Macondo, Mr Darcy, Vladimir Nabokov
    • The Ophelinha Gazette#3 – articoli, segnalazioni, aneddoti e curiosità letterarie

      Posted at 11:50 pm02 by ophelinhap, on February 5, 2015

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      È  stata una delle settimane più lunghe della storia (credo di non dormire da 48 ore). Ma non si può saltare un numero della Gazzetta quando Harper Lee decide (di sua spontanea volontà?) di fare un graditissimo quanto inaspettato (e leggermente sospetto) ritorno.

      Che poi la cosa strana è che abbiamo parlato de Il buio oltre la siepe appena una settimana fa a casa di Holden (probabilmente il suo The Quoted American ha qualche potere evocativo che sfugge all’umana comprensione).

      Bando alle ciance, che lo Chablis è quasi finito e i link da spulciare sono tanti. Buon fine settimana di palle di neve (leggo che anche il Bel Paese ha ricevuto una spolverata: così capirete cosa significa vivere Su Al Nord).

      1. Il ritorno di Harper Lee, annunciato dalla Associated Press, ha risvegliato l’entusiasmo di orde di fan di Atticus Finch e della giovane Scout Louise. Quante volte capita che una scrittrice del calibro della Lee torni alla carica, 55 anni dopo la pubblicazione di un classico senza tempo come Il buio oltre la siepe, con un romanzo scritto prima del suo best seller? Il titolo, Go set a Watchman, è di per sé evocativo: potrebbe alludere alla celeberrima scena in cui Atticus passa la notte sotto la cella di Tom, l’uomo di colore che ha deciso di difendere in tribunale, per evitare che venga linciato dalla folla inferocita; o potrebbe alludere a Boo Radley, il taciturno, invisibile vicino di casa (oltre la siepe, appunto) che salva la vita a Scout. Tuttavia, qualche ora dopo gli entusiasmi vengono smorzati da articoli allarmisti che gridano al complotto: l’editor della Lee, in un’intervista rilasciata a Vulture, dichiara di non aver mai avuto tra le mani questa sorta di prequel, che vedrebbe come protagonista Scout adulta; inoltre, la Lee sarebbe praticamente cieca e sorda e soffrirebbe di frequenti vuoti di memoria, e il manoscritto sarebbe stato ritrovato dalla sua legale, Tonja Carter, appena tre mesi dopo la morte della sorella Alice (su Jezebel), strenua paladina della privacy di casa Lee (anche a causa del carattere semi-autobiografico de Il buio oltre la siepe). BuzzFeed Books raccoglie in un articolo gli elementi più controversi del ritorno della Lee. Non so voi, ma io sarò tra quelli che pre-ordineranno il libro e attenderanno con ansia il 14 Luglio (data annunciata dalla Harper Collins per la sua pubblicazione).

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      2. Siete veri book nerd? Scopritelo grazie a questo test.

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      3. Dato che l’11 Febbraio ricorre l’anniversario della scomparsa della mia amatissima Sylvia (Plath: trovate un estratto dei suoi diari qui e un po’ di cenni biografici qui), vi propongo una riflessione sui “nessi infami” tra genialità e suicidio in chiave femminile (su Oubliette magazine).

      sylvia-plath14.  Angolo Joan Didion:

      – un articolo di Ho un libro in testa su Joan Didion e i social media;
      – Joan Didion sulla nostra beneamata The Paris Review;
      – una magistrale recensione di Prendila così dell’ottima McMusa;
      – L’anno del pensiero magico secondo Tegamini.

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      5. Si, San Valentino è solo un’operazione commerciale, come direbbe Bridget Jones, e, diciamocela tutta,  pure abbastanza fastidiosa. Ma, se potessimo regalare/ricevere tre copie vintage de The Paris Review sarebbe un po’ meglio, no? (Purtroppo consegnano solo ai fortunati che vivono negli USA…)

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      6. Una bellissima lettera d’amore vintage indirizzata..ai libri. Su Brain Pickings, ovviamente

      A Vintage Illustrated Love Letter to Books: What They Are, How They’re Made, and Why They Matter to Us, Maria Popova

      Che sia un fine settimana di vin chaud e parole leggere.

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      Posted in Uncategorized | 8 Comments | Tagged American literature, Atticus Finch, Bookworms, Brain Pickings, Buzz Feed, Go set a Watchman, Harper Lee, holden & company, Joan Didion, LaMcMusa, lit-nerd, Literature and Beyond, poesia, Poetry, Scout Finch, Sylvia Plath, Tegamini, The Paris Review
    • The Ophelinha Gazette#1 – articoli, segnalazioni, aneddoti e curiosità letterarie

      Posted at 11:50 pm01 by ophelinhap, on January 23, 2015

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      Non so voi, ma io non riesco mai a leggere tutto quello che vorrei.

      Non solo in termini di libri, ma in termini di post e articoli. A volte mi sento letteralmente annaspare in un oceano di informazioni, e mi metto a salvare link sul telefono, tra i preferiti del PC, sul reader come se non ci fosse un domani.

      Di qui la – brillante, ça va sans dire – idea di raccogliere tutti gli articoli nerd letterari – e non –  su un bel foglio Word – qui siamo molto tecnologici –  e proporveli sotto forma di gazzettino.

      Essendo però allergica alle scadenze – da queste parti ce ne sono fin troppe, a partire dalla sveglia che suona troppo presto – anche questa rubrica avrà un andamento altalenante e capriccioso. Ma tornerà, promesso (e io mantengo sempre le promesse)

      Godetevi la – lunga – lettura, e buon weekend.

      *******************

      1) Vi ricordate il famoso To Zelda, once again di Fitzgerald? Beh, dimenticatevelo. Ecco sette dediche in cui gli autori si vendicano di torti subiti e rifiuti

      7 Book Dedications that Basically Say “Screw You, Mental Floss, Anita Okrent

      zelda

      2) Una bellissima definizione di amore del commediografo Tom Stoppard, da quella vera e propria miniera d’oro che è Brain Pickings di Maria Popova

      The Greatest Definition of Love

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      3) Un ritratto di DFW come popolare – sebbene irrequieto -professore aggiunto presso l’Emerson College a Boston, dal blog della celeberrima The Paris Review

      When David Foster Wallace Taught Paul Thomas Anderson, Dan Piepenbring

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      4) L’inaugurazione della mostra Klein/Fontana, curata da Silvia Bignami e Giorgio Zanchetti, sul sito della Fondazione Fontana

      5) Un post per conoscere meglio Fontana, dal blog Lettere a Theo – L’Arte nelle parole degli artisti

      Fontana: “…è l’infinito, e allora buco questa tela, che era alla base di tutte le arti, ed ecco che ho creato una dimensione infinita, un buco che per me è la base di tutta l’arte contemporanea, per chi la vuol capire. Sennò continua a dire che l’è un büs, e ciao…”

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      6) Il post della sempre ottima Alessandra di Una Lettrice con la segnalazione della mostra

      Klein Fontana, Milano Parigi, 1957-1962 Electa, 2014

      7) Una curiosa galleria di Rai letteratura sulle fobie di alcuni tra I più grandi scrittori

      Le vite segrete dei grandi scrittori

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      8) Un vecchio post dal blog Sweet Mother, che vado a rileggere ogni volta che ho la tentazione di cancellare una buona metà dei post del mio blog o di chiuderlo per sempre. O ogni volta che pubblico qualcosa e poi mi alzo la notte a rileggerla, contemplando la possibilità di cancellarla/riscriverla tutta (si, succede ogno volta, a ogni post)

      Did my post suck today?

      9) Dieci citazioni motivazionali di Murakami, da leggere preferibilmente il lunedi’ mattina o quando si è in preda ai mean reds (sarebbero tipo le giornate no; vi ricordate la scena di Breakfast at Tiffany’s?)

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      Carpe Diem: 10 Haruki Murakami Quotes to Make the Most of Today

      10) Un articolo bello, ma veramente bello sulle difficoltà di Kubrick di adattare Lolita di Nabokov per gli schermi cinematografici (e sul perché ‘il remake del 1997 faccia schifo)

      Nabokov and the Movies, John Colapinto

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      11) Un’infografica interattiva di Open Culture sulla routine quotidiana di famosi geniacci creativi

      The Daily Routines of Famous Creative People, Presented in an Interactive Infographic

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      12) Houllebecq come se piovesse.

      sottomissione

      – Una recensione molto esaustiva, segnalatami dall’ottimo Michele Orti Manara, per gli amici nepente

      Sottomettiti e sarai felice, Vincenzo Latronico, su Rivista studio

      – Un articolo un po’ controverso sul Telegraph

      Michel Houellebecq’s Soumission: ‘More prescient than provocative’

      – E un’apologia su The Paris Review

      Scare Tactics: Michel Houellebecq Defends His Controversial New Book

      Questo è tutto per la prima edizione. Se volete segnalarmi post/articoli/saggi nerd e interessanti, fatelo pure, non potrà che farmi piacere, a mezzo mail, social media, piccioni viaggiatori o Edwige, la mia civetta bianca di Hogwarts.

      hed

      sliderlolita

      Posted in Uncategorized | 4 Comments | Tagged Brain Pickings, DFW, Francis Scott Fitzgerald, Literature and Beyond, Lolita, Movies, Murakami, Once again to Zelda, Storie dietro la storia, Tom Stoppard, Vladimir Nabokov, Zelda Fitzgerald
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