Impressions chosen from another time

Frammenti di letteratura, poesia, impressioni
Impressions chosen from another time
  • Home
  • English
  • About
  • Cookie Policy
  • Tag: Beth March

    • Volevano tutte essere Jo

      Posted at 11:50 am10 by ophelinhap, on October 10, 2018

      LW7

      Volevano tutte essere Jo.

      Delle quattro sorelle, Jo è sempre quella che ha fatto tendenza: Meg rimane un po’ in sordina, Beth fa una brutta fine, Amy è francamente insopportabile. Jo è spigliata, e avventurosa: ama leggere e scrivere, sogna di andare in guerra insieme al padre, non sopporta di tirarsi su i capelli o di indossare bei vestiti, invidiando ai ragazzi quelle risorse infinite di libertà che sembrano eternamente precluse alle ragazze. La sua inquietudine, la sua ribellione, il suo desiderio di imparare e l’anelito all’indipendenza anticipano di decenni istanze femministe, parlando di libertà e di diritti.

      Jo se ne va di casa e va a lavorare a New York; Jo si mantiene con la sua scrittura. A Jo non importa l’opinione altrui: non è attenta all’etichetta e ai bei vestiti come Meg e Amy.

      Jo non sogna una grande passione romantica, come Meg: ama la sua famiglia con tutta se stessa ed è gelosissima delle sorelle, tanto da prendere malissimo il fidanzamento e il matrimonio di Meg, tanto da desiderare di poter mettere un ferro da stiro in testa a se stessa e alle sorelle, per farle smettere di crescere. Per non perdere nemmeno un minuto dell’atmosfera di casa, della magia di stare insieme, dell’amore dei genitori.

      Jo è diventata poi l’eroina indiscussa del celebre film del 1994, interpretata dalla bravissima Winona Ryder.

      LW8.jpg

      E Meg? Meg e’ un po’la vittima delle sue scelte poco moderne: in un mondo in cui le donne possono (fortunatamente) fare tutto e lottano (e devono continuare a lottare) per abbattere limiti e discriminazioni, la storia di Meg, che si innamora dell’insegnante del vicino di casa, si sposa, ha due gemelli e diventa un po’ un personaggio secondario (anche nelle pagine della Alcott) non ha molto successo.

      Eppure, a me Meg piaceva tantissimo. Mi piaceva perché era bella e riusciva a rendersi elegante, anche con i pochi mezzi a disposizione. Mi piaceva per la sua dolcezza, per il suo istinto materno che la portava a proteggere le sorelle e spalleggiare la mamma. Mi piaceva per la sua positività, anche in mezzo alle piccole e grandi amarezze, per la sua capacità di superare la vanità e concentrarsi sul vero desiderio del suo cuore: un grande amore. E un grande amore era quello che desideravo anch’io da ragazzina, qualcosa che mi facesse credere che, tra le spoglie del divorzio disastroso dei miei genitori, restassero ancora delle basi per costruire qualcosa di solido, e duraturo, e vero. Quindi sì, leggevo e scribacchiavo come Jo, aspettavo con ansia il momento di lasciare casa e scoprire il mondo come Jo, ma sognavo come Meg.

      Che dire delle due sorelle March più piccole? Beth è così buona, dolce e paziente da sembrare quasi irreale; sfido qualunque lettore/lettrice a dichiarare di non essersi commosso/a al momento della sua morte (a partire dal mitico Joey Tribbiani in Friends, costretto a chiudere Piccole donne in congelatore per non affrontare il dolore per la piccola Beth).

       

      LWWWW.gif

      C’è un punto del romanzo, in particolare, in cui Jo, tornata da New York per accudirla, dopo la morte dell’amatissima sorella ripercorre la casa ormai vuota, e guarda le scope e gli strofinacci di Beth, riflettendo sul fatto che questi umili strumenti, così disprezzati, sembrano aver assorbito un po’ dello spirito domestico, della pazienza e dell’umiltà della ragazza: fare le pulizie non sembra più a Jo un compito così inviso… Questa scena mi è tornata in mente dopo aver perso mia nonna: era sempre lei che compiva quei rituali che rendono la casa un posto accogliente, un rifugio dell’anima, da accendere il camino a prendersi cura dei fiori a rifare i letti ‘meglio che negli hotel a cinque stelle’. Dopo quest’estate, mi ritrovo a rassettare velocemente i letti prima di uscire, o ad insistere per lavare io i piatti, solo per sentirla più vicina: quindi capisco meglio la piccola Beth e il dolore inconsolabile di Jo.

      Amy, invece, mi ha sempre fatto pensare a quelle amiche carine un po’ piene di se stesse e autoreferenziali, che parlano sempre in prima persona e ascoltano poco, che cercano continue rassicurazioni e conferme sotto le righe. Ha tante ambizioni, che spesso si infrangono a contatto con la realtà (il talento non è genio , ammette la stessa Amy). Io non riesco a perdonarle il fatto di aver bruciato il manoscritto di Jo per farle un dispetto, e, a dirla tutta, penso che Laurie potrebbe aver trovato di meglio, dopo la sua travolgente passione per Jo; anche Amy ha però le sue qualità, tra cui uno spiccato senso del bello e il desiderio di essere una vera signora nei modi e nei comportamenti.

      Le sorelle March per me sono amiche di infanzia, e leggere Piccole donne, che quest’anno compie un compleanno importante (150 anni!) è come tornare a casa, sedermi ai piedi della poltrona di Marmee e mangiare una delle focaccette di Hannah, mentre lei va in giro a benedire tutti e i gatti di Beth si arrampicano sui braccioli. Sono stata tante volte nello studio di Jo, a guardarla scrivere con la sua fascia in testa quando ‘arde la fiamma del genio’, o buttare disperata la fascia a terra quando l’ispirazione tarda ad arrivare; sono stata nell’ospedale delle bambole di Beth, in cui ogni giocattolo rotto viene riparato e accudito con tenerezza; ho guardato Meg prepararsi per i suoi primi balli, piangendo disperata quando Jo le ha bruciato la frangetta; sono stata a Nizza e a Vevey con Amy, consolandola quando arriva la lettera che le annuncia la morte di Beth e lei si dispera all’idea di non riuscire nemmeno a salutare la sorellina. Ho riso e ho pianto con loro, e ho scoperto di amare la lettura, infinitamente. Le ho riscoperte lo scorso Natale grazie alla serie della BBC, che vi invito caldamente a vedere, se non l’avete ancora fatto.

      LW1

      Buon compleanno, piccole donne!

       

      Di seguito una carrellata delle edizioni di Piccole donne che preferisco, da regalare (e regalarvi):

       

      Perennial, limited edition

      LW2.jpg

      V&A Collector’s Edition

      LW3.png

      Puffin in Bloom

      LW4

       

      Penguin Clothbound Classics

      LW5

      Folio Society

      LW56.png

       

      Soundtrack: Piccole donne crescono, Roberto Vecchioni

      Posted in Rileggendo i classici | 8 Comments | Tagged Amy March, Beth March, Jo March, little women, Louisa May Alcott, Meg March, Piccole donne
    • Il Calendario dell’Avvento letterario #2: il Natale in casa March e i doni sbagliati

      Posted at 11:50 am12 by ophelinhap, on December 2, 2017

      rosso intenso 2

      Questa casella è scritta e aperta da Chiara di Librofilia.

      merry-christmas-librofilia

      Alzi la mano chi di voi, per Natale, non ha mai ricevuto in regalo un libro, oppure chi non ne ha mai regalato uno.

      Bene, ora chiedetevi se quel libro che avete ricevuto in regalo – oppure che avete donato – è stato realmente apprezzato e soprattutto se ha soddisfatto i vostri gusti o quelli di chi l’ha ricevuto in dono. Che dite?

      Secondo me, il risultato, spacca in due l’opinione pubblica ed evidenzia quanto sia effettivamente complicato e difficile regalare o ricevere in dono un libro: un oggetto apparentemente semplice, fatto solo di carta e di parole, eppure, dannatamente “pericoloso” e fonte imprevedibile di malumori e delusioni.

      Utilizzo tutto questo preambolo per confessare che il primo libro che ho ricevuto in regalo per Natale, da una cara amica di famiglia, è stato Piccole donne di Louisa May Alcott e ricordo ancora benissimo tutto l’imbarazzo e la delusione che ho provato scartando quell’ apparentemente innocuo pacchettino. 

      Avevo all’incirca otto o nove anni e quello era il periodo nel quale ero in fissa solo per due cose: i Polly Pocket e gli animali – più precisamente i cani – ecco perché scartare il regalo e ritrovarci dentro un libro, per giunta con un titolo che invocava femminilità e imminente pubertà da tutti i pori, mi provocò un vero e proprio colpo al cuore e ci mancò davvero poco a non farmi precipitare in uno stupido pianto.

      Inutile dire che, insieme alla delusione, ebbi un vero e proprio rifiuto verso quel regalo che mi condusse ad accantonarlo in un angolo remoto dell’armadio. Eppure, dopo qualche anno, provai davvero a leggere Piccole donne di Louisa May Alcott, ma confesso di non essere mai riuscita a terminarlo e sempre per mille diversi motivi, nemmeno adesso che i libri occupano gran parte della mia vita e che sono in qualche modo la mia stessa vita.

      Eppure, se penso al Natale, non posso non ripensare proprio ad un capitolo specifico di Piccole donne intitolato proprio Un lieto Natale, nel quale le sorelle March – Meg, Jo, Beth e Amy – e la loro madre rimuginano sulla loro condizione di povertà e di solitudine, dettata dall’assenza del padre, costretto a partire per il fronte nel bel mezzo della Guerra di Secessione, lasciando da sola la famiglia e proprio a ridosso delle festività natalizie.

      Little-Women-Letter 

      Così le quattro ragazze March, per tirarsi su di morale e per alimentare in qualche modo lo spirito natalizio, inizialmente decidono di comprare un regalo a testa ma successivamente, ripensandoci meglio, decidono invece di unire le loro esigue finanze e di fare qualcosa di più generoso e altruista: comprare un regalo di Natale per la loro adorata madre.

      E, proprio come prevede la vera atmosfera magica e festosa del Natale, ecco che, proprio la mattina di Natale, una sorpresa inaspettata e graditissima sarà in grado di allietare il cuore delle quattro ragazze e soprattutto sarà capace di veicolare ancora altro bene.

      Detto questo, non preoccupatevi di ricevere il regalo sbagliato – anche se è un libro e voi siete fervidi lettori – oppure di donare l’oggetto sbagliato, perché l’importante è farlo sempre e soltanto con il cuore: i regali vanno e vengono e alcuni, persino, si dimenticano, mentre il bene resta per sempre.

       

       

      Posted in Letteratura e dintorni | 7 Comments | Tagged #AvventoLetterario, Amy March, Beth March, Chiara Ruggiero, Il Calendario dell'Avvento Letterario, Jo March, Librofilia, Louisa May Alcott, Meg March, Piccole donne
    • Il Calendario dell’Avvento Letterario #8:le sorelle March e lo spirito del Natale

      Posted at 11:50 am12 by ophelinhap, on December 8, 2016

      14055783_10211061763881395_713273771_n

      Questa casella è scritta e aperta da Norma di Il soffitto si riempie di nuvole

       

      lil

      C’è profumo di biscotti caldi e un allegro ciarlare, nella sala addobbata di lucine.
      Jo e Amy naturalmente bisticciano, se potessero si prenderebbero per i capelli. Beth è seduta al piano, suona con un dito solo, la canzone è tutta dentro la sua testa. Appoggiata alla porta, stretta nello scialle, Meg le guarda con comprensione infinita. Del resto, che mai deve fare una sorella maggiore?

      Lo spirito del Natale aleggia nell’aria.
      Oh, no, non parlo di carole e opere di bene. Parlo dello spirito che versi nel bicchiere.
      Le ho chiamate a raccolta tutte e quattro, le sorelle March. Le ho guardate dritte negli occhi, lo shaker sotto al braccio. “Ragazze, mi piacerebbe trasformarvi ognuna in un cocktail diverso, se non suona troppo irriverente”.
      Non ci crederete, ma erano d’accordo.
      E così eccoli a voi: quattro cocktail per quattro sorelle, per riscaldarsi le ossa sotto le feste.

      meg

       

      Meg – Irish coffee

      Meg, tu sei un cocktail dolce e forte, caldo e corroborante. Mi hai fatto pensare all’Irish coffee, che non è affatto male, in queste giornate di gelo dicembrino.

      Cosa serve

      30 ml di whiskey
      1 cucchiaio di zucchero di canna
      1 tazzina di caffè nero bollente
      6 ml di panna da montare raffreddata
      un bicchiere infrangibile

      Come si prepara

      1. Scegliete un bicchiere che regga l’impatto con una bevanda bollente.
      2. Versateci dentro whiskey, zucchero e caffè, mescolando finché lo zucchero non si scioglie.
      3. Possedete mezzi per montare la panna? Bene, usateli per montare la panna. Altrimenti, montatela con lo shaker da cocktail fino a che le vostre braccia non vi renderanno competitivi alle gare di canottaggio: a questo punto la panna è pronta.
      4. Versatela lentamente nel bicchiere, facendola scorrere sul dorso di un cucchiaino: in questo modo si otterrà il delizioso effetto panna galleggiante.
      5. Corroborate la Meg che è in voi.

      jo

      Jo – Manhattan

      Jo, per te cercavo un cocktail rosso e risoluto, uno di quelli che quando lo bevi rimani ad occhi sbarrati per un attimo. Lo ammetto, ho fatto affidamento al mio gusto e alla mia autobiografia, così la scelta è ricaduta sul Manhattan, che tu ovviamente ti verserai per sbaglio sul vestito nuovo che ti eri messa per la cena di Natale.

      Cosa serve

      60 ml di whiskey
      30 ml di vermut rosso dolce
      qualche goccia di angostura
      ghiaccio
      ciliegina al maraschino

      Come si prepara
      1. Raffreddate una coppetta da cocktail
      2. Chiedete ad un amico barista di prestarvi l’angostura. In alternativa, compratene una bottiglietta, ma sappiate che probabilmente vi durerà in eterno e, prima di finirla, potreste trovarvi a usarla nei modi più disparati, come condimento, come profumo, come deodorante per ambienti, come figurante in cucina, tra l’origano e la paprika dolce.
      3. Versate whiskey, vermut e angostura in un bicchiere con 4-5 cubetti di ghiaccio.
      4. Mescolate con cura.
      5. Filtrate nella coppetta da cockail.
      6. Servite con ciliegina al maraschino.
      7. Scrivete il vostro primo romanzo.

      beth
      Beth – Tè di Natale

      Beth, a te l’arduo compito di abbassare il livello etilico di queso post, perché Natale è anche rincantucciarsi in casa con una copertina sulle ginocchia e un tè caldo e un po’ speziato tra le mani. Tanto lo sai già, che l’accompagnamento musicale tocca a te.

      Cosa serve

      100 g di tè nero
      1 arancia
      2 mandarini
      cannella
      anice stellato
      chiodi di garofano
      1 cucchiaio di uvetta

      Come si prepara

      1. Lavate e sbucciate l’arancia e i mandarini.Tagliate le bucce a pezzetti.
      2. Essiccatele in forno, a 50 gradi per tre ore. In alternativa, appoggiatele sui termosifoni bollenti, ottenendo così anche l’effetto “È giunto dicembre, l’aria profuma di mandarini”.
      2b. Dal momento che per la tisana vi servono le bucce, gli agrumi potete pure mangiarli.
      3. Tritate l’uvetta.
      4. Malmenate la cannella, l’anice stellato e i chiodi di garofano fino a ridurli a pezzetti.
      5. Mescolate tutti gli ingredienti al tè nero e metteteli in una bustina per alimenti o in una scatolina di latta rigorosamente a tema natalizio e conservateli per almeno una settimana.
      6. Il giorno di Natale, preparate il tè: portate l’acqua a ebollizione, poi mettete in infusione due cucchiaini di tè a persona per 5 minuti.
      7. Sorseggiate sorridendo e amando tutti incondizionatamente.

      amy

      Amy – Cosmopolitan

      Amy, ti odiano tutti. Io no. Non così tanto, almeno. Aspra e dolce, ho scelto per te un cocktail che, ne sono certa, saprai abbinare con incantevole nonchalance ai tuoi abiti delle feste. Le parenti più anziane ti adoreranno.

      Cosa serve
      ghiaccio
      40 ml di vodka
      30 ml di triple sec
      30 ml di succo di mirtillo rosso
      30 ml di succo di lime appena spremuto
      uno spicchio di lime

      Come si prepara
      1. Raffreddate la coppa da cocktail.
      2. Riempite lo shaker con tutti gli ingredienti.
      3. Shackerate vigorosamente.
      4. Filtrate nella coppa.
      5. Guarnite con lo spicchio di lime.
      6. Bevete col ditino alzato.

      Foto René Ruisi (Mt2)

      Posted in Letteratura e dintorni | 0 Comments | Tagged Amy March, Beth March, cocktail letterari, Il soffitto si riempie di nuvole, Jo March, Meg March, Norma Amitrano, Piccole donne, ricette letterarie
    • Chasing Impressions

    • Categories

      • Anglophilia
      • Cartoline
      • Frammenti di poesia
      • Frammenti di un discorso amoroso
      • Guestpost e interviste
      • Il Calendario dell'Avvento Letterario
      • Letteratura americana
      • Letteratura e dintorni
      • Ophelinha legge
      • Ophelinha scrive
      • Rileggendo i classici
      • Uncategorized
    • Goodreads

Blog at WordPress.com.

Cancel
  • Nel rispetto del provvedimento emanato in data 8 maggio 2014 dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo blog usa dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si accetta l'uso dei cookie. Per un maggiore approfondimento clicca qui.