Per chi mi conosce o mi legge da più di cinque minuti, non è un mistero: Londra è il mio posto preferito al mondo. Ci ho vissuto quando ero ancora una studentessa e poi appena laureata: per me, la capitale del Regno Unito è il simbolo, decadente e romanzato, di tutti quei sogni che sono stati a punto di realizzarsi ma non ce l’hanno fatta, di quelli andati a male e di quelli che aspettano speranzosi nel cassetto, chiedendo a gran voce una possibilità.
Cerco di andare a Londra almeno una, due volte all’anno: quando vivevo a Bruxelles era molto più semplice grazie all’Eurostar, da Lussemburgo è un po’ più complicato, ma nessun ostacolo riuscirebbe a trattenermi dall’andare ad abbracciare gli amici, barcamenarmi tra mostre, musical e mercatini e rilassarmi con l’immancabile rituale dell’afternoon tea.
A questo giro, si è trattato di un tè davvero speciale: quello offerto dal Charlotte Street Hotel e ispirato al Bloomsbury group, un rivoluzionario circolo artistico e letterario degli anni Venti che annovera tra i suoi membri Virginia e Leonard Woolf, Vanessa e Clive Bell, E. M. Forster e l’economista John Maynard Keynes.
I membri del Bloomsbury group si contraddistinguono per la creatività e il desiderio di cambiamento e innovazione, per la libertà e l’irriverenza. Vivono nell’area intorno a Charlotte Street, dove si incontrano per discutere ed esprimere la loro ribellione nei confronti dei soffocanti costumi vittoriani, tanto che si dice che vivessero in quadrati, dipingessero in circonferenze e amassero in triangoli.
Gli interni del Charlotte Street Hotel sono stati fortemente influenzati dagli illustri vicini; l’hotel ospita capolavori originali di Vanessa Bell, Roger Fry e Duncan Grant.
Per i membri del Bloomsbury, sedersi a tavola a mangiare tutti insieme è un momento unico e irrinunciabile di condivisione e dialogo; le ricette ricreate dagli chef del Charlotte Street Hotel sono state ispirate da ‘The Bloomsbury Cookbook – Recipes for Life, Love and Art’ di Jans Ondantje Rolls.
Nessuna passeggiata londinese che si rispetti sarebbe completa senza una tappa potteriana: questa volta è toccato a House of Minalima, negozio-museo dei graphic designer Eduardo Lima and Miraphora Mina, che hanno dato vita alle grafiche e ai prop dei film di Harry Potter e sono poi passati alla saga di Fantastic Beast. Il negozio-museo è situato in un adorabile, fatiscente edificio che non sarebbe affatto fuori posto a Diagon Alley.
Il terzo piano è un tuffo nella New York degli anni Venti e ospita illustrazioni, riproduzioni e stampe dal magico mondo di Fantastic Beasts and Where to Find Them; il primo e il secondo piano ospitano invece una mostra dedicata a Harry Potter e all’incredibile universo di Hogwarts.
Il piano terra ospita il negozio vero e proprio, dove ho potuto ammirare dei fantastici libri di favole pop up (i miei preferiti sono La Bella e la Bestia e La Sirenetta).
Ovviamente, le librerie. Londra ne ha tante, di tutti i tipi, da quelle di settore a quelle di seconda mano, da quelle estremamente curate a quelle piccole e polverose, da quelle che hanno ispirato film celebri (Notting Hill, anyone?) alle piccole opere d’arte, come Daunt Books a Marylebone.
Lo ammetto: il mio sguardo su Londra è quello di una persona innamorata e leggermente ubriaca, che inforca i suoi occhiali rosa e imposta il filtro ‘ricordi più belli’. Mi rendo conto che sia del tutto irrazionale, ma Londra mi fa battere il cuore, arrossire e perdere la testa, facendomi sentire viva, vitale, piena di speranze e possibilità. È una storia d’amore che dura da quasi vent’anni, e che è difficile da spiegare e da condividere: dopotutto, quella che vedo, quella che amo è la mia Londra, mia e di nessuno. Ho provato a spiegarlo qualche anno fa in questi versi, ma non so se ci sono riuscita: le cose più belle, più intime e personali sono le più difficili da condividere.
My London would never be your London, you said,
because you never fell in love in the city, with the city;
let me set this straight
the city
as seen through your eyes
was the city
seen for the first time
Per saperne di più sul Bloomsbury group:
Per sbirciare nella mia collezione di cartoline:
- Cartoline da Parigi: la libreria Shakespeare and company
- Cartoline da New York: passeggiate letterarie
- Cartoline dallo Hampshire, tra i luoghi di Jane Austen
- Cartoline da Riga: il Globuss bookstore
- Cartoline da Lisbona: a casa di Fernando Pessoa per il suo compleanno
7 thoughts on “Cartoline da Londra: tè letterari, Harry Potter, librerie bellissime e tanto amore”
glencoe
Reblogged this on l'eta' della innocenza.
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Luca
Sono bellissimi tutti questi scorci; molto bella anche la poesia, grazie per averla condivisa! ❤
Magari un giorno riuscirò ad andare a Londra… 😉
Buon pomeriggio! 🙂
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ophelinhap
ti auguro di andarci prestissimo allora!
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Luca
Grazie! Buona serata 🙂
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ophelinhap
a te 🙂
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klara74
Fu il mio primo intenso indimenticabile amore. Londra, amata, amatissima. Vissuta con la pioggia, i nuvoloni e il sole. Camminata, calpestata, respirata per anni, e negli anni. Tutte le librerie, gli amori letterari, il mio sconfinato amore per la lingua inglese.
Poi è arrivata Bombay/Mumbai a spazzarla via, ma in fondo di Bombay amo la parte vittoriana, la South Bombay che di notte mi ricorda la mia giovinezza londinese. Grazie per questa dichiarazione d’amore (e l’afternoon tea, che nostalgia).
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ophelinhap
Londra ispira e scatena amori sconvolgenti ❤️
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