Succede che un giorno ti rendi conto di esserti persa.
Succede che ci si mette anche il destino, che trova il tempo e l’energia di tessere intorno a te una rete…e tutto ciò che leggi, tutto ciò che scrivi, la canzone partita randomly dalla tua playlist, stralci di conversazioni tra sconosciuti, ti riportano lì. A quel crocevia a cui non ti vorresti ritrovare, perchè non vuoi affrontare di nuovo tutto da capo, perchè hai paura, because you’ve screwed it already more than once.
E poi c’è la notte, e ci sono i sogni. E lì non puoi mascherarti dietro niente, sei nuda davanti a te stessa. E capisci che non puoi continuare ad essere Ophelia di notte e qualcuno di totalmente diverso di giorno. Qualcuno che non sei tu. Che ha perso la tavolozza dei colori con i quali dipingere giornate grigie, grigie, grigie.
Succede che continui ad essere spaventata dalla tua non-appartenenza, ma alla fine dentro di te sai qual è il tuo posto. E sai quanto è lontano, e quanta fatica ti costerebbe tornarci. Quante rinunce, quante battaglie quante concessioni. Il prezzo? Sentirsi viva, di nuovo, forse. Lo scotto? Alto, troppo.
Face it: here’s your lost road. Davanti a te c’è il pezzo di te che hai perduto, il cammino che hai percorso e dal quale sei fuggita, lungo il quale sei caduta. Davanti a te c’è la te stessa che hai rinnegato, ma con la quale devi convivere ogni giorno. Volente o nolente.
Qual è la tua scelta? Far finta di niente, e andare avanti con un buco dentro (ogni persona è un abisso, ti vengono le vertigini a guardarci dentro – La tigre e la neve). O avere il coraggio di andarla a cercare, quella te stessa che ti manca. Con annessi e connessi. Con la premessa che, stavolta, se si cade di nuovo lungo the road less travelled, non ci sarà nessun Nininho a tendere la mano. Nessuno.
Notes to self:
“Imparare a vivere significa accettare l’attesa, la sospensione, l’incertezza. Integrare lentamente l’idea che, nonostante tutto, il vuoto che ci portiamo dentro non potrà mai essere del tutto colmato. Che ci sarà sempre qualcosa che ci manca. E che è proprio questa assenza che caratterizza il nostro rapporto con il tempo, con lo spazio, con l’amore… E che gli altri non sono ‘cattivi’ se non sono sempre lì, pronti a intervenire, pronti a fare qualcosa perché il vuoto faccia meno male”
Volevo essere una farfalla, Michela Marzano
Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perché questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa.
“Fred” a Holly Golightly, Breakfast at Tiffany’s
Here’s your lost road. Go on, face the music.
Is that all there is, is that all there is
If that’s all there is my friends, then let’s keep dancing
Let’s break out the booze and have a ball
If that’s all there isIs that all there is? Peggy Lee
Preghiera in Luglio
Mi sono persa.
Bambina persa,
figlia persa,
madre persa,
donna amante persa,
anima persa.
Non ci sono cammini, né sentieri.
Nebbia.
Fa’
che mi perda in lui,
che
almeno sia
perdermi in lui
questo non ritrovarmi.
Non cercatemi.
Non ci provate.
Prayer in July
I got lost.
Lost child,
lost daughter,
lost mother,
lost woman lover,
lost soul.
No paths,
No ways.
Let me
Lose myself
In him.
Fog.
At least
Let it be,
Let me
Lose myself in him,
In order not to find myself.
Do not look for me.
Do not dare.
(OphelinhaPequena)
Soundtrack:
Is that all there is? Peggy Lee
Unica Rosa Ivano Fossati
Cara Lucio Dalla
A waltz for a night Julie Delpy
For always Lara Fabian
Contigo en la distancia Luis Miguel
Quizas, quizas Nat King Cole