Ci sono giorni così. In cui cammini ancora una volta sotto la pioggia – perchè forse anche la fredda pioggia di novembre non dura per sempre, ma qui non smette di piovere quasi mai – e mentre stai attraversando un piccolo parco, non resisti all’impulso di sederti su una panchina senza ombrello…e pensare. E la domanda che gira in testa è questa: se il mio tempo fosse limitato, cosa vorrei fare domani? Dove vorrei essere domani? Ed è la risposta a fare paura: non vorrei essere qui. Non vorrei fare nessuna delle cose che faccio ogni giorno. Vorrei assomigliare almeno un pò di più all’idea che avevo di me stessa, e non a questa sconosciuta che la mattina mi guarda dall’altra parte dello specchio con i suoi occhi smarriti.
Come canterebbero gli Strokes, What ever happened? La risposta è anche il problema: niente. Assolutamente niente.
And so…
I want to be forgotten,
and I don’t want to be reminded
You say “please don’t make this harder”
No, I won’t yet
I wanna be beside her
She wanna be admired
You say “please don’t make this harder”
No, I won’t yet
Oh dear, is it really all true?
Did they offend us and they want it to sound new?
Top ten ideas for countdown shows
Whose culture is this and does anybody know?
I wait and tell myself “life ain’t chess,”
But no one comes in and yes, you’re alone
You don’t miss me, I know
Oh Tennessee, what did you write?
I come together in the middle of the night
Oh that’s an ending that I can’t write, ’cause
I’ve got you to let me down
I want to be forgotten,
and I don’t want to be reminded
You say “please don’t make this harder”
No, I won’t yet
I want to be beside her
She wanna be admired
You say “please don’t make this harder”
No, I won’t yet
Voglio essere dimenticata
E non voglio essere ricordata
Mi dici “Non rendere tutto più difficile per favore”
No, non lo farò…non ancora.
Dal cassetto dei ricordi:
2007
Uccello in gabbia (appunti sul blocco note durante un esame di Inglese)
Scappare
Rompere gabbie
Glasse di vetro
Avere paura
E freddo dentro
Il cuore
Tanto freddo
Tanta paura
Di guardare al di là
Di restare di qua
Di restare nel mezzo
Per sempre la soglia
Per sempre la fame
Per sempre la sete
Non avere coraggio
Non avere arancione
(Azzurrino non è un colore).
Inquietudine
Strazia il cuore
Dilania l’anima
Cane nero arrabbiato
Con la bile nel cuore
Chissà di che colore è il mare.
Il mare
Dall’altra parte del mondo.
Tanti mari
(Tutti i mari hanno un colore).
E il cielo che si riflette
I cieli.
Ansia di sapere.
Paura di aprire gli occhi.
Voglio una lancia nel cuore
Non più aghi.
Spezzare il cuore a metà.
Un colpo netto.
Non sentire più il dolore.
2011
Inseguire i colori
…E tutti avevano perso il sorriso
Ogni cosa aveva perso il suo colore
Perché non c’era più bellezza…
Ogni mattina
Persa
Negli sguardi vitrei
Saprò io spogliarmi
Di queste vesti a lutto
Correre per strada
Ed inseguire i colori?
Avrò il coraggio
Di fare il giro del mondo
E creare una tavolozza
Restituire al mondo i colori?
O mi spegnerò
Giorno dopo giorno
Schiava della mediocrità
Di una rassegnazione
Di chi non ha più speranza
Di chi non conosce illusione
Di chi non chiede più nulla
Perché sa che nulla otterrà?
E tutti erano schiavi
Facce grigie
Dietro le gabbie di zucchero a velo
Convenzioni sociali formato famiglia.
Soffoco.
Datemi un vestito del rosso più intenso
Tingete le mie labbra del carminio più intenso
Voglio correre per strada a piedi nudi
Senza mai fermarmi
Senza guardarmi indietro
Correre per strada e tirare pietre alle vetrine
Correre per strada e gridare al vento
Correre per strada ed inseguire i colori.
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Manuela, Lit-nerd, topo di biblioteca, bevitrice di Chablis. Il mio sogno è prendere un tè a casa di Jane Austen con Ofelia, Anna Karenina e Sylvia Plath e fare la groupie di Leonard Cohen. Credo fermamente negli eteronimi e in quella che Tabucchi definisce la “confederazione di anime”: per questo scrivo come Ophelinha Pequena, regina senza corona e senza regno degli amori impossibili e mai realizzati, eteronimo romantico e démodé che è stato definito, prendendo in prestito le parole di Churchill, “a riddle, wrapped in a mystery, inside an enigma” (un rebus, avvolto in un mistero, all’interno di un enigma). Ophelinha è una crasi tra l'Ophelia shakesperiana, sfortunata, ineffabile ninfa lacustre, e Ofélia Queiroz, eterna fidanzata e mai moglie di Fernando Pessoa.
Il titolo del blog è il verso di una bellissima canzone di Brian Eno, By this river.
Scrivo di letteratura, di poesia, di libri e di altre cose che mi passano per la testa, non necessariamente in quest'ordine. A volte scrivo poesie e racconti che sono farina del mio sacco (ma solo nei giorni pari), come lo sono le traduzioni, se non altrimenti indicato. Insonne cronica, sognatrice di professione, precaria per necessità, sono alla costante ricerca del mio Heimat, il mio posticino del mondo. Ho pubblicato con Errant Editions La ragazza del bar di Cuba e Femminili, singolari, due raccolte di racconti.
Potete contattarmi scrivendomi un'email a ophelinha.pequenaATgmail.com, oppure inviandomi un piccione viaggiatore. Quello che preferite, insomma. Ma, prima di farlo, sappiate che per me la vita e l'amore sono un grande romanzo russo. A vostro rischio e pericolo, insomma.
Per gli anglofili, scribacchio in Inglese su https://ophelinhap.wordpress.com/
9 thoughts on “I wanna be forgotten and I don’t wanna be reminded”
Donatella
Hai il coraggio di chiederti cosa staresti facendo se sapessi che il tuo tempo è limitato.
Non tutti sanno darsi una risposta, per quanto possa sembrare assurdo.
Sei a metà dell'opera come chi ben comincia, ora va' e prenditi quello che ti serve, dovessero servirci anni.
Non ho dubbi che ci riuscirai!
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Anonimo
Che barba essere un tramvai
di Gianni Rodari
Voi non ci pensate,
nessuno ci pensa mai:
che barba essere un tramvai…
Da un capolinea
all'altro capolinea
fare sempre la stessa linea…
Sei nato Ventuno?
Campassi cent'anni
non diventerai mai
un Ventidue.
Sei nato Circolare?
Circola, amico,
sempre in tondo,
da piazza Mustafà
a piazza della Libertà.
Ma quale libertà?
Faccio sempre la stessa strada
senza consumarla.
Sono io che mi consumo
tristemente
scioccamente
scampanellando,
portando sempre la stessa gente
allo stesso posto…
E loro lo sanno
che mi potevo stufare,
scappare nei Mari del Sud…
…a sud di tutti i mari…
perciò mi hanno fatto i binari.
Ma in attesa che l'invenzione
ottenga il brevetto di Stato,
ti conviene studiare
come s'è sempre studiato.
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Martina A. - LES FASHION SECRETS
Ti seguo anche io! Questo post mi ha messo tristezza e malinconia…. forse perchè anche io non mi sento davvero nella mia pelle, forse perchè vorrei essere in tanti altri posti e fare tante altre cose diverse, conoscere nuove persone e nuove città… Importante la tua riflessione….
Baci!
M.
http://lesfashionsecrets.blogspot.com/
http://mylittlecrazydiary.blogspot.com/
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Ophelinha
Dona, grazie x le tue visite qui, i tuoi commenti, il tuo incoraggiamento continuo, la tua amicizia. Se e' vero che gli amici veri si possono contare sulla punta delle dita, sono davvero fortunata. Cmq sai a quando risale la prima poesia (Uccello in gabbia?) Esame di cosecutiva ES-IT II… 😀
Un bacio grandissimo
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Ophelinha
My dear fashionista, il tuo post sui buoni propositi di inizio anno mi ha fatto proprio sorridere..ti chiedero' prima o poi consigli stylish per un certo evento a cui dovro'participare ad agosto :)..e x cui dovro' assolutamente leggere How to walk in High Heels, dato che vivo in flats+flat boots!!!
Forse il 2012 non e'iniziato come ci aspettavamo, ma abbiamo ancora undici mese x viaggiare, scrivere, cambiare..e sognare.
Per quanto riguarda la ricerca del mitico Mr Darcy…due piccoli consigli di lettura: The Jane Austen Book Club di Karen J. Fowler e Me and Mr Darcy di Alexandra Potter (molto piu' chick-lit).
Let me put it this way..we simply love Jane, innit?
Bacio grande e alla prossima 🙂
Un bacio grande
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Ophelinha
Possibilità
(Wislawa Szymborska)
Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente, a me che ama l'umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare che l'intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlar d'altro coi medici.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi, da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti che non promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco la terra in borghese.
Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l'inferno del caos all'inferno dell'ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccar ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco considerare persino la possibilità
che l'essere abbia una sua ragione.
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Donatella
Oddio hai citato la Szymborska! Colpo basso! 🙂
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Ophelinha
@Donatella: questa e'tutta per te 🙂 🙂
Utopia (W.Szymborska)
Isola dove tutto si chiarisce.
Qui ci si può fondare su prove.
L'unica strada è quella d'accesso.
Gli arbusti si piegano sotto le risposte.
Qui cresce l'albero della Giusta Ipotesi
Con rami da sempre districati.
Di abbagliante linearità è l'albero del Senno
presso la fonte detta Ah Dunque E' Così.
Più ti addentri nel bosco, più si allarga
la Valle dell'Evidenza.
Se sorge un dubbio, il vento lo disperde.
L'eco prende la parola senza farsi chiamare
e chiarisce volenterosa i misteri dei mondi.
A destra una grotta in cui giace il Senso.
A sinistra il lago della Profonda Convinzione.
Dal fondo si stacca la Verità e viene lieve a galla.
Domina sulla valle la Certezza Incrollabile.
Dalla sua cima si spazia sull'Essenza delle Cose.
Malgrado le sue attrattive l'isola è deserta,
e le tenui orme visibili sulle rive
sono tutte dirette verso il mare.
Come se da qui si andasse solo via,
immergendosi irrevocabilmente nell'abisso.
Nella vita inconcepibile
Traduzioni di Pietro Marchesani
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Martina A. - LES FASHION SECRETS
Ok, quando vuoi x quel consiglio
😉
Grazie x i tuoi preziosi suggerimenti “librosi”, ne farò tesoro!
Baci e a presto!
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